Sunday, January 23, 2011

Sunday Morning Music - God's own producer

You know you have the blues first and then you play everything else. That’s like the base, that’s the chicken stock. Which it is. Blues is the basis of rock and roll. I mean that from blues came rock and roll and reggae came... aah, a whole lot of... that and bluegrass is two kinds of music that is America’s claim to fame... and country music.
(Gregg Allman, in una intervista con Paolo Vites)


T Bone Burnett, Curriculum vitae (ma c’è di più, molto di più): suona la chitarra nella Rolling Thunder Revue di Bob Dylan nel 1975 e 1976. Forma l’Alpha Band con cui pubblica un paio di buoni dischi di country-glam-rock. Pubblica diversi ottimi dischi solista tra cui l’eccellente album che porta il suo nome, nel 1986, The Criminal Under My Own Hat, 1992, e il recente Tooth of Crime, 2008. Produzioni (alcune): Los Lobos, Counting Crows, Walflowers, Tony Bennett, Natalie Merchant, kd lang, Alison Krauss e Robert Plant, Elton John, BB King, Elvis Costello, Secret Sisters, John Mellencamp, Cassandra Wilson, Gillian Welch, Bruce Cockburn, Kris Kristofferson, Jakob Dylan. Gregg Allman. Colonne sonore, tra le tante: O Brother, Where Art Thou?

Nota: i dischi da lui prodotti hanno spesso vinto Grammy e venduto milioni di copie.

Nota mia: è il più grande produttore americano dai tempi di Phil Spector. Tutto quello che tocca, diventa gemma splendente. Immaginatevi un disco di Bob Dylan da lui prodotto.



Adesso l’ha fatto con Gregg Allman. Il nuovissimo Low Country Blues è la cosa migliore che il leader della Allman Brothers Band abbia inciso dai tempi di Brothers and Sisters della ABB (1973…). Solo T Bone Burnett poteva far sembrare Gregg Allman una sorta di Ray Charles, e già che Gregg ha una delle voci più belle della storia della black music americana. Ma T Bone gli ha costruito l’ambientazione perfetta, dopo tanti dischi inutili che il vecchio Gregg aveva fatto: dispiego di sezione fiati alla Ray Charles ma anche Frank Sinatra; chitarre torride come non se ne sentivano dai tempi in cui Muddy Waters suonava a Chicago negli anni 50; l’Hammond di Gregg Allman finalmente in primo piano. E una selezione di canzoni sontuosa, da vecchi classici del blues a oscure rivisitazioni, fino a sciccose interpretazioni stile Fats Domino. Un disco totale. E’ questa l’arma segreta del più grande produttore della storia della musica americana dopo Phil Spector, uno che non sbaglia mai: saper individuare quali sono le canzoni di cui l’artista ha bisogno e dare loro il tocco musicale che meritano. Tutto il resto è gloria. Di T Bone burnett e di Gregg Allman che con il suo Low Country Blues mi tocca segnalarlo come un altro grandissimo disco di questo 2011 che mi porterà all’esaurimento. Troppa bella musica. Musica della domenica mattina, tiene lontani i demoni, fa scendere giù gli angeli.


http://www.youtube.com/watch?v=SClxBdpLt7E

4 comments:

Fausto Leali said...

Il disco solista di T-Bone del 1986 ce l'ho in vinile, ogni volta che lo rimetto su ha il potere di rimettermi in pace col mondo.
D'accordo su ogni riga: un grandissimo professionista.

ciocco72 said...

yes l'album di Gregg Allman e' very nice!

Maurizio Pratelli said...

TBB è un grandissimo. di questo disco me ne parlava ieri alessio con lo stesso tuo entusiasmo.

SigurRos82 said...

Verso la fine esagera un po' con le ballate per i miei gusti, ma di ottimo blues con suoni fantastici si tratta :)

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