Tuesday, December 13, 2011

After Midnight

Paris in the morning is beautiful,
Paris in the afternoon is charming,
Paris in the evening is enchanting,
but Paris after midnight… Is magic.

Midnight in Paris



Il giochino alla fine è fin troppo facile. Ad esempio, lo ha già fatto la mia amica Manu "Blue Eyes" sul suo status di Facebook: "Dodici rintocchi... e... arriva un taxi nero con su Dylan e John Lennon, che mi invitano a salire, mi offrono un joint e si va ad una festa dove ci sono Allen Ginsberg, Gregory Corso, Donovan e The Band al completo…". E' il giochino che viene spontaneo appena si esce dalla visione dello straordinariamente bello ultimo film di Woody Allen, Midnight in Paris. Anche io ho voluto provarlo subito appena uscito dalla sala, ma come quasi sempre succede, mia moglie non mi ha capito mentre blateravo. In realtà, grazie al non avermi capito, mi sono fermato un attimo dubbioso perché non saprei neanche io in quale epoca avrei voluto andare a finire nello spassoso - ma emozionante - viaggio indietro nel tempo che ogni sera a mezzanotte il protagonista del film va a fare, sorta di Cenerentola back to the future. Il primo pensiero è stato: gli anni 70, alle serate dei Led Zeppelin o degli Stones, backstage con Andy Warhol e groupie assortite, al Max Kansas City di New York. Però io negli anni 70 ci ho vissuto veramente, anche se da ragazzino e in zone meno interessanti di quelle.


Midnight in Paris
è un film incantevole. Soprattutto perché per la prima volta dopo decenni Woody Allen lascia perdere quel suo cinismo ossessivo "la vita è una merda" che onestamente aveva un po' rotto le palle. Ad esempio nel, per me noioso e davvero brutto Basta che funzioni (Whatever Works). Sono infatti rimasto sbigottito quando il protagonista del film a un certo punto dice: "La vita è un mistero". E la tipa risponde: "Questo è il presente: è un po' insoddisfacente perché la vita è insoddisfacente". Cioè nulla basta a soddisfarci in questa vita terrena, eppure è un mistero che ci cattura. Tutto il film si gioca infatti nel desiderio di sfuggire il presente per un passato giudicato meglio di quanto si sta vivendo. Avanti e indietro nel tempo, per scoprire che ogni passato rimanda a un altro passato, e alla fine quello che conta è il presente. Con la speranza di un cambiamento possibile, come avviene nell'ultima scena conclusiva. Rarissimo in un film di Woody Allen.



Un film incantevole che esalta tutta la bellezza e la magia di Parigi, ed essendoci appena stato mi sono divertito a rivedere tutti i luoghi che avevo attraversato. La frase migliore però rimane quella che il protagonista rivolge alla ragazza che è l'amante di tutti i personaggi della Parigi anni 20, da Picasso a Modigliani: "Con te le groupie fanno un salto di qualità". Lei ovviamente non capisce. Genio di Woody Allen.

Ripensandoci, alla fine però c'è un'epoca in cui vorrei recarmi, qualche sera, dopo lo scoccare della mezzanotte. Memphis, Tennesse, studi della Sun Records. A sentire e guardare Johnny Cash, Elvis e Jerry Lee Lewis che registrano i loro capolavori. E dopo andare con loro in un juke joint ad ascoltare vecchi bluesmen e bere Bourbon. Sì, mi piacerebbe davvero guardare in faccia Elvis e come il protagonista del film rimanere incantato dal privilegio di un incontro così. Non sarà Hemingway, o Salvator Dalì, o Picasso, o Gertrude Stein, ma che diavolo, ognuno ha il suo dopo mezzanotte che si merita.

16 comments:

Bartolo Federico said...

Vengo anch'io a Memphis,sulla strada 51,a vedere sorridere Elvis.Per sempre.

Maurizio Pratelli said...

il suo dopo mezzanotte che si merita, figata

Anonymous said...

"Tutti gli uomini temono la morte. È una paura naturale che ci consuma tutti. Temiamo la morte perché sentiamo che non abbiamo amato abbastanza o non abbiamo amato affatto, che alla fine sono la stessa cosa. Comunque, quando fai l'amore con una donna davvero eccezionale, una che merita il massimo rispetto in questo mondo e che ti fa sentire davvero potente, quella paura della morte sparisce completamente. Perché quando condividi il tuo corpo ed il tuo cuore con una donna eccezionale il mondo svanisce. Voi due siete le uniche persone nell'intero universo. Stai conquistando quello che non molti uomini hanno conquistato prima, hai conquistato il cuore di una donna eccezionale, la cosa più vulnerabile che lei può offrire ad un'altra persona. La morte non indugia più nella mente. La paura non annebbia più il tuo cuore. Solo la passione per vivere, e per amare, diventa la tua unica realtà. Questo non è un compito facile, per esso ci vuole un insormontabile coraggio. Ma ricorda questo, nel preciso momento in cui farai l'amore con una donna davvero eccezionale ti sentirai immortale!"

Hemingway a Gil, "Midnight in Paris"

E' troppo bello sognare, questo film aiuta.
E non solo a sognare.


Francesca

Anonymous said...

Ah, dimenticavo:

Neppure Hemingway, Salvator Dalì, Picasso, Gertrude Stein sono Elvis!

Ohilà!! :-)

Lo adoro, non si è capito,

Francesca

Anonymous said...

Bell'articolo Paolo, e bel film davvero!
Da sedicenne milanese posso dire che io se dovessi scegliere il mio dopo mezzanotte mi fionderei al Greenwich Village dei primi anni sessanta, insieme ai folksinger dell'epoca, oppure nella California hippy di pochi anni dopo, o di nuovo nella factory di Andy Warhol, oppure a Woodstock per tre giorni di pace e musica... Musicalmente (e non solo) parlando, è quello il mio periodo d'oro. Comunque leggo sempre il tuo blog, da buona dylaniana di recente formazione, ed è davvero bellissimo.
Saluti, Irene

SigurRos82 said...

Ognuno ha il suo dopo mezzanotte che si merita, proprio vero.

Gran bell'articolo Paolo, su un film che ha stregato anche me :)

E urca come risuona dentro di me la frase che l'Hemingway del film rivolge a Gil ;)

Io comunque voto: per la musica la California della seconda metà dei '60 (sto con Irene), e per il cinema (americano) gli anni '40/'50 ;)

Paolo Vites said...

ciao irene, ciao sigur, grazie.

irene, una sedicenne che ascolta dylan mi dà speranze per il futuro di qs mondo infame....

zambo said...

sarebbero tanti i dopo mezzanotte che vorrei fare, certo il greenwich village dei midsixties mi piacerebbe molto dato che amo il cielo, il mare e gli spazi aperti mi fionderei a San Francisco e me ne andre con Crosby sul Tamalpais High ad aspettare l'alba con un joint e una bottiglia di vino. Andrò a vedere Midnight In Paris perchè amo Parigi alla follia ma voi non dimenticatevi di vedere Miracolo a Le Havre, un piccolo capolavoro di realismo ed umanità

Paolo Vites said...

mmm non conosco grazie per il consiglio mi informo

jesus's inferno said...

nn e' quindi un cinepanettone per radical chic?

Paolo Vites said...

no, anche se in effetti all'inzio del film stavo pensando, ecco l'ennesimo film dove woody allen ritrre la classe dei miliardari che non hanno un cazzo a cui pensare a cui lui appartiene

jesus's inferno said...

:)
lo vedro'... then..

mario said...

Paolo pensa se fosse partita la musica:

Et alors, Monsieur Hemingway, ça va?…

Decio said...

Paolo, hai gli stessi gusti di mia moglie! E lei è stata pure a Memphis...sul finale mi hai commosso.

zambo said...

visto midnight in paris. delizioso, romantico ed intelligente. non so con tutti i riferimenti letterari che ci sono quanto la "massa" possa capire alcune battute ma forse è bene così perchè a rincorrere le masse si finisce con pieraccioni e vanzini. al posto dei (cine)panettoni la gente compri un pò di libri,sarebbe ora

Anonymous said...

Zambo,

il tuo commento mi tocca particolarmente.

E' morta, si è assopita, la curiosità di sapere.
Il consumo ha consumato anche la voglia di conoscere e il piattume che ci viene propinato senza rispetto (cinepanettoni&company) ha contribuito.
Si sa, il fuoco della curiosità divampa se dentro c'è la scintilla.
Vero, ben vengano opere come questa che possano riaccendere tale scintilla, seppure in pochi, invogliandoli a sapere, leggere, informarsi.
Dal nulla nasce il nulla, si perpetua l' ignoranza.


Francesca

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