Wednesday, November 26, 2008

Bob Dylan's Dream

Nell'aprile 2009 Internet non esisteva più. Un attacco di hacker, una mossa degli uomini in nero, nessuno lo sapeva con precisione, ma era ormai da circa otto, nove mesi che era impossibile collegarsi. Ovviamente, il flusso globale di notizie, di ogni genere, anche quelle musicali, era anch'esso nel black out completo. Panico? Piuttosto, anche perché la notizia, un anno prima circa, a gennaio 2008, che Bob Dylan aveva smesso di fare concerti senza dire se si trattava del tanto temuto ritiro dalle scene, la fine del Never Ending Tour, aveva lasciato tutti, fan e non, con un macigno sullo stomaco.

Fu così che la notizia, giunta sui giornali, la vechia carta stampata che adesso era tornata ad essere la fonte primaria di news come ai vecchi tempi, che Bob Dylan sarebbe tornato sulle scene proprio con un concerto, il 15 aprile, al teatro Arcimboldi di Milano, venne accolta con un boato virtuale di gioia. I cinici commentarono bah, la venue è finalmente decente, invece di quella merda di Forum di Assago, però sarà il solito concerto con quella band di sfigati e poi lui non ha più voce e non si cura di arrangiare un po' le sue vecchie canzoni. Che poi fa sempre quelle.
Nonostante ciò, i circa 2mila biglietti venduti alla cifra record, per l'Italia, di 200 euro andarono via nel giro di 5 minuti (non si poterono comprare su Internet, ovviamente, ma facendo file di ore e ore davanti alle vecchie rivendite).

Perché Dylan tornava sulle scene proprio dall'Italia? Nessuno lo sapeva. Qualcuno ricordò che una volta, durante un concerto a Torino, nel 1998, aveva a un certo punto bofonchiato un "è bello essere di nuovo nel più bel paese del mondo". E tanto bastava.
Chi giunse al teatro vide un palco spoglio, con uno sgabello al centro, un microfono davanti e un vecchio pianoforte verticale sulla sinistra. Alcuni cominciarono a fremere: vuoi vedere che questo fa un concerto da solo, come non ne fa più dal 1965? Alle 9 precise le luci in sala si spensero. Il palco era nel buio più completo, il silenzio era qualcosa di fisico. Si sentirono dei passi sulle assi di legno e una piccola torcia, sulla destra illuminò un paio di stivali. Si sentì il rumore metallico di corde di chitarra acustica sfregate, poi una luce bianca sul retro del palco illuminò una figura aggrappata allo sgabello. Nessuna luce lo illuminava sul volto, si poteva solo scorgere una silouhette nera che attaccò a suonare una vecchia Martin acustica. Lo sferragliare di note era magia pura, poi la voce, bella, forte, rotonda e piena, attaccò Most of the Time, suonata come la si può sentire su Tell Tale Signs, acustica e con tanto di lunghi parti di armonica.
Il pubblico in sala era esterefatto che quasi si dimenticò di battere le mani alla fine del pezzo. Sempre al buio, con le luci dietro, Bob Dylan attaccò una dolente, meravigliosa, To Ramona. A questo punto tutti i presenti si alzarono in piedi tributando una standing ovation che durò oltre 5 minuti.
L'uomo sul palco venne finalmente illuminato: indossava una corta giacchetta nera stile messicano, con decorazioni varie; una t-shirt bianca, un paio di jeans, stivaloni a punta. Bob Dylan sorrideva compiaciuto. Si mise a parlare, sereno, rilassato, dicendo come aver lasciato i palchi per più di un anno gli avesse fatto bene alla mente ma anche alla voce, e scoppiò a ridere divertito.

Si alzò, si diresse al pianforte sula sinistra e ne uscì una vigorosa, piena di sentimento soul, versione di Dignity, seguita da una trascendentale Queen Jane Approximately e una, nella sua intensità vocale, stordente If you see her say hello.
"Adesso devo chiamare qualche amico" disse tornando al centro del palco. Giunsero, uno dopo l'altro, Larry Campbell che imbracciava una fisarmonica; Marty Stuart con un mandolino; il leggendario bassista inglese Danny Thompson e Jim Keltner a una batteria che era solo un rullante e un charleston. "Questa canzone parla di una ragazza che ho lasciato sulla riva del fiume rosso" e le note inconfondibili e purissime di una catartica Red River Shore si alzarono alte nel teatro.

I presenti, ancora oggi, fanno fatica a ricordare che canzoni furono poi eseguite. Quasi sicuro che fece Tomorrow's Long Time, così come Corrina, Corrina, piena di sentimento. Al pianoforte fece anche When He Returns e prima dell'ultimo bis una dolcissima Sad Eyed Lady of the Lowlands. Tra un brano e l'altro raccontava lunghi anedotti su come e perché aveva scritto queste canzoni.
Tornò sul palco per i bis accompagnato da "un'amica speciale", come definì la sempre bellissima Emmylou Harris. Tributarono un ricordo a Gram Parsons, ovviamente, con una delicata e toccante Love Hurts, poi fecero One More Cup Of Coffee.
Rimasto di nuovo da solo, per l'ultimo pezzo decise di ricordare l'unico, grande e vero amore della sua vita, e lasciò scivolare una Sara da incanto.
Nel camerino, dopo il concerto, incontrando alcuni giornalisti, al perché questo ritorno sulle scene e questo tipo di spettacolo, disse semplicemente: "Avevo smesso di fare concerti perché mi ero rotto le scatole di vedere le scalette dei miei show pubblicate ogni giorno, e i commenti dei fan, e la gente che si mandava le canzoni con il cellulare. Adesso che Internet non c'è più, posso riprendere la strada. Aspettatevi altre sorprese, sto già pensando di fare alcune date in America in duo, con il mio amico Bruce Springsteen. Io e lui e basta, pensate che alla gente piacerà?".

Ps: il 15 aprile 2009 Bob Dylan - quello vero - suonerà al Forum di Assago

23 comments:

Anonymous said...

abbiamo lo stesso pusher: ora è sicuro!!!

scherzi a parte: internet ha un po' guastato il gusto del concerto con scaletta a sorpresa... sob!


Luca Skywalker nostalgico

silvano said...

Io no, non ce l'ho il tuo pusher, mi potresti dire chi è?
Quando andiamo a sabotare un po' di fibre ottiche, server, centrali adsl? Stasera va bene? Ok, passo a prenderti.

ciao, silvano.

SOAVE ALLEGRO RISOLUTO said...

sei un cretino.....sto male

Maurizio Pratelli said...

Grandissimo. THE DREAM! Poi ci sta così bene "quella merda del Forum"

Fausto Leali said...

quando internet non ci sarà più, mi mandi le tue cose per posta? ti pago i francobolli...

Spino said...

l'ho sognata veramente una cosa del genere però al piano faceva Ballad Of A Thin Man...

silvano said...

Ciao Paolo, mi sono permesso:

http://31canzoni.blogspot.com/2008/11/forever-young-bob-dylan.html


grazie ancora.
silvano.

ciocco72 said...

... almeno si puo' ancora sognare...

Anonymous said...

grazie paolo e grazie silvano, fantastico

(sto colorando un disegno con una bottiglia di calvados, ci metterò questo oro...)

Unknown said...

paolo sei una leggenda!

mi ha messo i brividi questa storia!!!

grazie...

by dario twist of fate

Rosalita Come Out Tonight! said...

Mi sono emozionato...
Grazie.

Luka (che corre a cercare i biglietti per Assago)

Anonymous said...

mizzega, che fantasia!!Bella storia, da brividi!Grazie, marcello

Gattosecco said...

Per me, se Bob legge questa storia un pensierino ce lo fa, e si inventa una scaletta magnifica.

Anonymous said...

Sei scorretto. Già i dylaniani sono famoosi per i segoni mentali, se ti metti anche ad alimentarli.
E comunque Dylan e Springsteen insieme te li puoi tenere, io li preferisco singolarmente. Mica detto che il risultato finale è maggiore della somma delle parti..in questo caso non lo è. Non lo è mai stato
ciao fratello

Anonymous said...

io penso che se si sedessero un fine settimana assieme solo con chiatrre ed armoniche, avremmo qualcosa di speciale

Luca Skywalker

Unknown said...

Paolo solo una domanda: sono un blogger convinto, ma non credi che un brano così bello meriti qualcosa di più, perché non lo fai pubblicare su una rivista, sarebbe molto bello per me averlo in cartaceo su una grande rivista come Jam (scusami per l’insistenza e per la confidenza)

Dario Twist of fate

silvano said...

Mi unisco a Dario.

RagmanDrawcircles said...

hey paolo.. scrivi piuttosto bene.
hai mai pensato di fare il giornalista?

rag

;-)

Paolo Vites said...

i giornalisti non sanno scrivere, gli scrittori sanno scrivere. io non sono né l'uno né l'altro. io sogno.

silvano said...

Allora regalaci un altro sogno.

Unknown said...

dai paolo! almeno tu: facci sognare...
come dice il vecchio liga, regalaci il tuo sogno...

dario twist of fate

Anonymous said...

E invece, tutto sommato, vedere insieme Dylan e Springsteen non mi dispiacerebbe affatto. Però che bello questo sogno, accidenti ... (anche se sono sempre connessa, per un Dylan così rinuncerei anche alla Rete: che cosa mi tocca ammettere!)

Anonymous said...

Tutto bello, tutto sognante e magico. Ma anche ricorrendo a tutte le mie riserve di fantasia c'è qualcosa che purtroppo va oltre ogni possibile, umana immaginazione. Like a rolling stones e All Along the watchtower, come bis finale, non riesco a schiodarli dalla mia mente nemmeno se mi faccio di droga pesante.
A proposito di droga...l'astinenza fa strani effetti eh?:)
Complimenti per la visione!
Matteo

Sangue nei solchi del cuore

“Bob Dylan è in città, c’è bisogno di catturare qualcosa di magico”. La “città” è ovviamente New York, al telefono John Hammond, il più gran...

I più letti