Tuesday, November 04, 2008

Top Ten Interviews

Be' visto che con l'intervista a Paul McCartney posso ormai dirigermi spedito verso il pre pensionamento, mi sono messo a pensare a quelle passate, agli incontri che ho potuto fare grazie a questo lavoro, a immaginarmi una top ten alla Nick Hornby (anche se le sue sono top 5) di quasi vent'anni di interviste. Non tanto per le clamorose confessioni o chissà quali dichiarazioni (pensate che un giornalista di Rolling Stone - quello americano - quando fa una intervista, passa un mese on the road con il musicista in questione o fa delle session di tre ore per volta per diverse settimane. Che possiamo farci noi con i "15 minuti 15" a disposizione con un McCartney?) ma per aver avuto la possibilità di avvicinarmi, toccare con mano, o sentire la voce al telefono con ogni volta un pezzetto diverso della storia del rock. E anche in quel poco di tempo, scoprire certi lati, certe sfumature di personaggi che altrimenti non avrei mai scoperto. E allora...

1. Paul McCartney, ovviamente, per i motivi detti nei giorni scorsi. Insomma, quando mi ha chiamato al telefono e si è messo a dirmi "Hey Paolo where are you" al solo sentire "quella" voce mi sfilavano davanti la copertina di Sgt Pepper, il concerto allo Shea Stadium, John e Paul ad Amburgo... E io, totalmente stordito "Sono in ufficio" e lui "No, in che città". Ah "Milano, Italy...". Geeez. Il carisma di un uomo così,comunque, è uscito tutto fuori in quei pochi minuti di telefonata: autorevolezza, coscienza del proprio ruolo nella storia, ma anche incapacità a contenere la propria umana simpatia, come quando si è messo a improvvisare una canzone al telefono... O alla fine come quando in una scnea di Help! mi ha salutato con: "Fireman rules!".

2. Scotty Moore. Al telefono nel 1997. Mi maledico per non aver conservato il nastro dell'intervista. L'uomo che era con Elvis in quello studio di Memphis quel pomeriggio del 1954 in cui veniva registrata That's All Right, Mama, quel giorno che nacque il rock'n'roll... Una persona squisita, un vero gentleman del vecchio Sud, lo ricordo così: alla mia domanda che ricordo gli rimanesse di Elvis, mi commosse con un "he is still my little brother".

3. Patti Smith,ancora una telefonica, nel 2004, bella lunga quasi un'ora. Lei è intensa con le risposte allo stesso modo in cui declama le sue poesie, materna con un povero fan come il sottoscritto che quando le dice che per tutti quegli anni in cui era stata via dalle scene ci era mancata tanto, risponde: "Non me ne sono mai andata, non sono mai stata via, ero sempre con voi. Quando cambiavo i pannolini ai miei figli, pensavo a voi". Quasi ti metteresti a piangere.

4. Joe Strummer, un anno circa prima che morisse, intervistato di persona qua a Milano. Non ho molto da dire se non che sono grato di aver condiviso un'ora della sua vita prima che fosse troppo tardi. Mi manchi,Joe.
5. Robbie Robertson. Di persona, nel 1997. Di questo incontro mi maledico per non essermi fatto fare una foto insieme, e dire che con me c'era un fotografo. Imbecille che sono. Gran personaggio, se la tirava un po' troppo in verità, lasciando cadere tutto dall'alto e con quell'abbronzatura esagerata da lampadato del tipo "hey, io arrivo da Hollywood, mica da Niguarda", ma d'altro canto lui era sul palco nel momento più importante dell'intera storia del rock, quella sera a Manchester nel 1966 quando Bob Dylan chiese a lui e agli altri di suonare "fuckin' loud".

6. Gregg Allman, al telefono credo fosse nel 2001 o 2002. Un'altra leggenda della golden age del rock'n'roll, simbolo di tutti gli eccessi e di tutta la grande musica dei 70s, cocainomane incallito che per sfuggire la galera non esitò a tradire i suoi migliori amici. Quando lo intervisto io, è un pacioso sessantenne che non beve e non fuma manco più, ma è un torrente di parole in esilarante accento dixie che ogni due secondi ti chiama "brother"...

7. Beth Orton. Non è un pezzo di storia del rock, ma io sono innamorato di lei. E tanto basta. Di persona, nel 2002, nella sua camera d'albergo a Verona, la città degli amanti...

8. Joe Boyd. Non è un musicista, ma se ne ha fatte di robe... compreso produrre il primo 45 giri dei Pink Floyd e soprattutto produrre Nick Drake (era anche a Newport 65, quel giorno che Dylan attaccò la spina alla chitarra...). Lo apprezzo ancor di più quando taglia corto: "Una bella canzone deve costringermi a chiudere il televisore, mettere via il giornale che sto leggendo, non fare più nulla e ascoltare solo quella. Non mi succede più da vent'anni".

9. Bob Neuwirth, 2002. Questa è quasi una intervista stile Rolling Stone, durata mesi: in macchina, mentre lo portavo a un concerto in Svizzera; al telefono da Los Angeles; nel camerino di uno squallido piccolo club milanese. Chi è? Be', il fratello di sangue di Bob Dylan negli anni 60, l'amante di Janis Joplin, quello che doveva aiutare Jim Morrison a smettere di bere ma si ubriacava più di lui eccetera eccetera. "Chi cazzo sei, un agente del Kgb? Smettila di fare domande": come si fa a non volergli bene.
10. A pari merito: David Crosby (che anche se ha ufficialmente smesso di drogarsi, da come parla deve avere in corpo ancora droga sufficiente per il resto della vita), Roger McGuinn (gelido e inattaccabile, mamma mia, se non avesse inciso uno dei 45 giri più belli di tutti i tempi lo manderesti un po' a cagare...), James Taylor (timido e gentilissimo: solo dopo mezz'ora che parliamo la smette di chiamarmi "Sir": a me? please sweet baby James...), Donovan (che 40 anni dopo è ancora convinto che siamo negli anni 60 e sta ancora cercando di far lievitare il Pentagono), per tutto quello che hanno fatto per la storia di questa musica. E per me.

Thanx for the music, everybody.

15 comments:

Gattosecco said...

una cosa del genere la faccio per i concerti che vedo. Mi capita spesso di dire (inconsapevolmente): "Il concerto in cui ho avuto l'onore di vedere...". Come faccio a non considerarlo un onore ed una fortuna?

silvano said...

Fantastico.

ciocco72 said...

bastardo! Beth e' MIA!
:-P

Maurizio Pratelli said...

Io ripiego sulla Magoni.... Visto che Beth... Ognuno ha avuto la sua "fidanzata" cantautrice, un po' come rob di alta fedeltà... Però Paolo quella a Joe Strummer te lo invidio proprio. A me che poi è toccato intervistare perfino Red Canzian dei pooh..... Che si è subito stizzito perchè l'ho chimato scanzian... Ero impreparato... chissà perchè....

Paolo Vites said...

haha

Spino said...

vabbè ma Mr. Dylan quando?

Anonymous said...

Ho deciso che prendo il cric e salgo a Milano, per farti male.....
La mia invidia è TOTALE

Solo una cosa può salvarti: acciuffare lo Zio Bob, e torturarlo con 100 domande che poi metterai a nostra disposizione

Datti da fare, è una minaccia...

Luca Skywalker

Paolo Vites said...

e pensa che ho rifiutato una personale con bruce springsteen e invece ho fatto la patti

Fausto Leali said...

invidia, terribile invidia...

secondo me ce n'é anche un'altra d'interviste, che non hai citato... quale? te lo dico dopo :-)

Anonymous said...

non ci credo che hai rifiutato brussss :-P

Luca Skywalker

RagmanDrawcircles said...

Io metterei nella mia top 5 una intervista al miglior giornalista rock della storia contemporanea.

We love you, Sir Paul

rag

Fausto Leali said...

Hey rag, ma sir paul ti paga? :-))

Anonymous said...

Io invece rilancio:

Forza "sir" paul,
esigo la Top Five delle interviste che avresti voluto fare ai deceduti illustri del rock, e la Top Five di quelle che (ancora non hai potuto ma) vorresti fare a quelli ancora su questa valle di lacrime (qui ovviamente il n°1 è lo Zio Bob, immagino...)

Luca Skywalker in ghignante attesa, spara!

Anonymous said...

anch'io voglio sapere la tua top five di chi vorresti intervistare, un abbraccio, marcello

Paolo Vites said...

huh... su due piedi, Elvis, Jerry Garcia, Nick Drake, Joey Ramone, Sandy Denny

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