Tuesday, March 10, 2009

American prayer

Apro le mie braccia al vento e dico alla mia testa di piegarsi
Darei rifugio al mondo con le mie membra e canterei se sapessi come fare
….
Non c’è nient’altro da vedere qui se non la luce
Hai chiesto
Riceverai

(You Asked, Leonard Mynx)

Elmire, stato di New York. Qua c’è la tomba di Mark Twain. Poco più in là una vecchia prigione di mattoni e di ferro. Lungo il fiume, un sito che solo i più vecchi di Elmire sano cosa ci fosse lì un tempo. Lo chiamavano “death camp”. Era una prigione dell’esercito unionista ai tempi della guerra di secessione, dove i confederati videro l’inferno su questa terra.
Elmire, alla fine del ventesimo secolo subisce l’oltraggio delle inondazioni e poi la morte dell’industria americana. Una città di dannati, e se a Leonard Mynx fu inflitta la condanna a vita per esserci nato, Leonard Myx riuscì a fuggirne.
Sulle orme di Mark Twain ha percorso le strade del suo paese e ne è tornato con una manciata di canzoni buone abbastanza per metterle su disco. Ha chiesto aiuto ad Adam Selzer, piccolo mago della consolle indie che già aveva aiutato talenti come M Ward e i Decemberists e ha dato al mondo le sue preghiere, recitate in forma di vespri.
Vesper si chiama infatti il suo piccolo grande disco che come tanti piccoli grandi dischi rimarrà sconosciuto ai più. Non è il solito disco indie sfigato. Mynx sa scrivere canzoni e le sa cantare. Ha imparato la lezione del Dylan “from north country”, quello folkie, e ci ha messo insieme il Nebraska di Springsteen. Il che è pressappoco la stessa cosa. Mynx ha imparato poi una cosa o due sulla redenzione possibile. Le sue canzoni celebrano la vita, non la uccidono, anche se parlano di donne abbandonate con figli da crescere o di eroina. Anche nei tetri, angoscianti quasi dieci minuti di Robert, c’è una voce che emerge ltre il suo stesso interprete.
Viola, violino, una tromba, angeliche voci femminili, mandolino, fisarmonica, pedal steel. Tutto toccato in punta di dita. Perché a Elmir, quando le ombre lunghe della notte calano sui muri della vecchia prigione, sul prato che ospitò il death camp, sulla lapide di Mark Twain, si alza una preghiera americana. È il vespro di Leonard Mynx che celebra la lezione della vita e della morte.

http://takethesongsandrun.wordpress.com/2009/02/09/leonard-mynx/

http://www.myspace.com/leonardmynx

4 comments:

Anonymous said...

le parole che hai riportato sono disarmanti...
lo ascoltato e lo cercherò
a quest'ora di questo giorno si è riaperto uno squarcio di luce
grazie

Maurizio Pratelli said...

questo è bello si, avevo sentito un paio di canzoni e son fior di canzoni, altrochè!

Spino said...

"Ha imparato la lezione del Dylan “from north country”, quello folkie, e ci ha messo insieme il Nebraska di Springsteen"

qua l'hai sparata grossa, mo mi tocca ascoltarlo per forza...

Skywalkerboh said...

idem con patate, vado


Luca Skywalker

Sangue nei solchi del cuore

“Bob Dylan è in città, c’è bisogno di catturare qualcosa di magico”. La “città” è ovviamente New York, al telefono John Hammond, il più gran...

I più letti