Sunday, May 09, 2010

2 nights @ the Arcimboldi

Era dal febbraio 1993, quando, con dieci minuti di tube mi recavo dal mio albergo per sedermi al mio posto numerato dell'Hammersmith Theatre di Londra, che non facevo un'esperienza similare. Lo feci per tre sere di fila, allora. Oggi, invece della tube, sono salito in macchina, dieci minuti di strada e sono approdato per due sere (non consecutive) al teatro Arcimboldi. Allora era Bob Dylan, oggi Dalla & De Gregori. In entrambi un gran bel modo di vivere la musica e i concerti. Ed è interessante andare a vedere gli stessi artisti per più sere consecutive, in quelle che nel gergo musicale si chiamano "residenze", quando cioè piantano le tende per più spettacoli nella stessa città e nella stessa location. Puoi cogliere, in quelle che sono serate dall'ossatura praticamente identica, le diversità, le sfumature, i colori differenti, sia negli artisti che nel pubblico.

La sera del 5 maggio, prima ufficiale del Dalla & De Gregori Work in Progress 2010 Tour - dopo la serata clandestina e garage del gennaio scorso a Nonantola - i due erano freddini, a tratti insicuri, molto professionali. Il pubblico pure. Raramente si è scaldato. E il sound, specie nella prima parte, tenendo conto che eravamo alla seconda Scala di Milano, era missato decisamente male. Ottimo concerto, per carità: con due artisti del genere non poteva essere altrimenti, ma sembrava che le grandi emozioni e le passioni fossero rimaste a Nonantola. Ieri sera, invece, quarta serata di una residenza che arriverà a contarne sette, tutta altra musica. Dalla & De Gregori sciolti, divertiti e divertenti. Sound perfettissimo, degno degli Arcimboldi (tenendo conto che oltre ai due sul palco ci sono quindici musicisti compreso un quartetto d'archi). Cambiamenti di scaletta: invertito l'ordine di alcuni brani per rendere la prima parte più densa e tirata, che la prima sera era stata un po' moscia, e via Pezzi dal finale (peccato perché era una versione rock'n'roll da paura) per inserire nella prima parte la sempre bellissima La storia siamo noi.



I momenti più alti rimangono ovviamente la doppietta La valigia dell'attore e Caruso, probabilmente le due canzoni più belle della storia della musica italiana del Novecento, a parte quelle di Modugno ovviamente. Come sono state interpretate dai due (l'unico momento - oltre alla Donna cannone - di questi concerti in cui Dalla & De Gregori non si esibiscono insieme) è stato veramente travolgente. Una intensità da spaccare il cuore del più incallito bastardo. Ma non c'è momento nel concerto che non sia spettacolare: il modo in cui i due si alternano alle strofe delle rispettive canzoni, la consapevolezza di star rivistando pagine memorabili della musica d'autore di sempre, la commozione per riscoprirle insieme al pubblico, la band straordinaria. Eh, in Italia mancava un evento di tale portata. Splendida l'apertura del secondo tempo, con l'attore-vocalist che recita un pezzo de L'affondamento del Titanic di Hans Magnus Enzensberger (e poi parte una versione da urlo de I muscoli del capitano). E se L'anno che verrà, con quel finale tiratissimo e rock ti fa alzare dalle poltroncine, Rimmel in versione karaoke dopo che per decenni De Gregori è stato accusato di disprezzare il pubblico perché non permette loro di cantare insieme a lui, è stata un delirio totale. Chitarra dodici corde, testo che scorreva sul maxi schermo (come dire: e fateve sta cantata, li mortacci vostra), lui più dylaniano che mai con gli occhiali da sole... Arcimboldi letteralmente esploso in un diluvio assordante di applausi. De Gregori batte Dalla uno a zero.

Si scherza ovviamente, che in serate come queste l'unico vincitore è la musica. "E' bello cantare" dice a un certo punto uno stupito Lucio Dalla. Stupito che a quasi settant'anni sia ancora possibile scoprire la bellezza del canto e della canzone. Ma una canzone non basta, e non basta saper cantare, come dice il pezzo che conclude delle serate memorabili. "Però serve", aggiunge ridacchiando Lucio. E a noi servono le canzoni. Canzoni come queste.

Post scriptum: in entrambe le serate grande sfilata di vip(s). Si sono notati in sala: Giorgio Armani, Ornella Vanoni, Paola Turci, Enrico Ruggeri, Linus, la famiglia Bisio al completo. E il vostro good Doctor, ovviamente.

18 comments:

chiara said...

io il bis l'ho fatto per tom waits (arcimbolidi pure lì) e paul macca only :)


Comunque "il Degre" per quel che mi riguarda non ha più nulla da dire da diversi decenni... e sì che gli sarebbe piaciuto a lui essere dylan!!

antonio lillo said...

ti si sente l'entusiamo fra le righe :)

però su caruso non son d'accordo, dalla ha scritto ben altro, anche se, c'è da ammettere, cantata da lui è un'altra cosa, mi sa che solo dalla può cantare dalla, così com'è vero che de gregori, per quanto a volte criptico, proprio come i grandi musicisti popolari di una volta, è riuscito a creare un tipo di musica che è musica di tutti, chiunque può farla sua, e forse è proprio da questa differenza che nasce il fascino di quest'incontro, dal fatto che qui si sfiorino le diverse facce del mistero dell'arte, d'essere al contempo di tutti e di nessuno...

Paolo Vites said...

vero, lillo

chiara, de gregori - a parte rimmel - ha fatto i suoi dischi più belli negli ultimi dieci anni - IMHO of course

silvano said...

Bello essere confermati nelle proprie intuizioni e desideri!
:))
http://31canzoni.blogspot.com/2010/05/dalla-de-gregori-work-in-progress.html


ciao.

Paolo Vites said...

ti avevo letto silvano, ma non volevo passare per quello che fa dello spam :-)

ti divertirai, non c'è alcuna nostalgia, soprattutto, da parte dei due

chiara said...

ok allora la pensiamo diametralmente all'opposto!

per me il degre geniale è quello di buffallo bill, pezzo (e album) intramontabile...

Comunque, remixando Woody Allen mi viene da dire:

Se le parole più belle di questo mondo non sono "Ti amo" ma "è benigno", quelle più brutte sono "è una reunion".

Paolo Vites said...

oh certo bufalo bill è totale, adoro - specie Ultimo discorso registrato e Santa Lucia, capolavori assoluti

chiara, ascoltati Cardiologia, il pezzo di pochi anni fa - forse la più bella canzone d'amore mai scritta in italia - degna di nick cave

dalla & de gregori non è una reunion, non erano una band trent'anni fa e non lo sono adesso - è una cosa in chiave CSNY, che non sono mai stati una band ma dei songwriter singoli che a volte si mettono a cantare insieme - four way street, capisce?

Fausto Leali said...

Anche nel mio caso é soprattutto il De Gregori degli ultimi anni che é riuscito ad entrare sul serio nel mio cuore. E non solo perché suona decisamente meglio di prima.
Cardiologia, poi, é una gran canzone... e se lo dico io.. :-))

Maurizio Pratelli said...

Io sono legato anche ad Alice ma Bufalo Bill e Rimmel sono capolavori irripetibili. Dopo Titanic De Gregori ha scritto ancora grandi canzoni ma non ha pi� fatto un solo grande disco. Mi fa piacere che a Milano si siano ripresi, visti il mese scorso in tv, non ricordo da dove, erano davvero imbarazzanti.

chiara said...

paolo mi mandi "in" cardiologia? (mp3!)

attento che se hai nominato nick cave invano potrei trasalire orsù ;-)

Dalla pensavo fosse morto, sorry!

allelimo said...
This comment has been removed by the author.
Paolo Vites said...

a parte paola turci che, per sfiga sua le è toccato il posto accanto al mio, nessuno degli altri mi ha cagato di striscio. mica sono fiorello, magari

Stefano said...

Ogni volta che vedo questa foto (e non c'entra nulla con il post) mi viene in mente quest'altra!!:)

http://userserve-ak.last.fm/serve/252/12856695.jpg

Paolo Bassotti said...

Ho una grande passione per il De Gregori moderno. Sarà che l'ho scoperto con Miramare (ricordi Paolo, ti mandai pure un mio articolo su quel disco). In questi giorni sto ascoltando tanto un disco in genere poco apprezzato, Per brevità chiamato artista. E' un continuo ritornare su luoghi familiari, ma sono ritorni di classe, frutto di convinzione, di necessità, non di pigrizia. E a certe ore della notte, una cosa piccola come Volavola sa diventare grande.

Paolo Bassotti said...

"le due canzoni più belle della storia della musica italiana del Novecento, a parte quelle di Modugno ovviamente." Effetti collaterali di questo post: oggi mi sono deciso finalmente ad approfondire il grande Modugno (che mi è sempre stato intorno - come certa musica fa - ma non nella mia collezione) e ho comprato una doppia raccolta della Rhino del periodo 1956-64.

Paolo Vites said...

per brevità chiamato artista è bellissimo, con un solo difetto, la brevità :-)

io non ho mai capito chi si entusiasma di Titanic, a parte tre canzoni, per non parlare del sound...

ah modugno, il primo 45 giri della mia vita, a sette anni, un vecchio frak.. da paura....

Anonymous said...

già , bello per brevità chiamato artista

Anonymous said...

titanic , bei tempi!

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