Monday, January 21, 2008
The road goes on forever - and the party never ends
“Are you ready for some roadhouse honky tonk rock’n’roll?”. È l’invito che fa Ryan Bingham, dopo aver eseguito, in totale solitudine, un toccante brano ancora inedito con ottimo fingerpicking di scuola folkie e armonica dylaniana. Dopo, è un tripudio di atmosfere torride molto southern rock e poco honky tonk. Sorta di “electric cowboy” nascosto da un cappello (da cowboy, ovviamente) bianco, giacca di pelle stile Al Pacino in qualche film anni 70, il giovane Bingham ha carisma da vendere e soprattutto ha dimostrato dal vivo tutte le sue qualità, alla prova live dove molti esordienti invece falliscono.
Anzi, decisamente meglio dal vivo che nel pur ottimo Mescalito, disco che ha eseguito interamente (mancava stranamente l’iniziale Southside Of Heaven), scatenandosi nel finale di concerto anche alla slide elettrica. Degna di menzione – a sottolineare il suo talento e quello della sua ottima band in cui spiccava un batterista che con sola grancassa e rullante ha fatto più rumore della buon’anima di John Bonahm, concedendosi tra un pezzo e l’altro “ a shot of tequila and a shot of beer” in perfetto stile texano – la devastante resa di For what it’s worth che invece su disco passava senza scosse, con crescendo cosmici in cui ben tre chitarre slide duellavano “in memory of Duane Allman”.
(Ryan Bingham: a destra "Cowboy Annie" e a sinistra, "the enemy")
La voce “nera” – splendida anche dal vivo – e il look da uomo misterioso e un po’ schivo che ha sul palco scompaiono quando lo incontri di persona. Con Anna – che da oggi chiamerò “Cowboy Annie” – arriviamo nel tardo pomeriggio e ascoltiamo quasi un’ora di ottimo soundcheck. Un bel privilegio. Dopo, passiamo una ventina di minuti a parlare con Ryan, che appare come il ragazzo che in fondo è (25 anni): simpatico, allegro, felice – per dirla alla Dylan – “just to be alive”. Colpiscono gli occhi che sprizzano gioia di vivere e il sorriso sempre aperto per tutto il tempo che parla. Non c’è traccia del “blues” che eppure ha dovuto patire nella sua giovane esistenza. Evidentemente il rock’n’roll è ancora una buona medicina.
Promette di tornare in Italia con i suoi amici Joe Ely e Terry Allen (“the bastard”, come lo chiama lui ridendo come un matto) per una “all Texas rock’n’roll cowboys revue”. E ficca il suo cappellaccio da cowboy in testa ad Anna, stringendola forte. Che gli ha scritto un bigliettino, apposta, e che lui legge con un grande sorriso: “Nessuna espressione dei sentimenti umani è più grande della musica.Il canto è l'espressione più autentica dell'uomo, se l'uomo è uomo, ed è tale se appartiene.Il figlio, se la madre è nei pressi, canticchia. Così appena c'è il movimento, anche piccolo, anche un frammento, canta.L'uomo canta quando il Mistero è nei pressi".
Ryan Bingham: il rock sarà anche morto, ma c’è ancora chi non se lo vuol sentir dire.
(Le foto on stage sono di Stefania Malapelle)
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9 comments:
Grande Ryan! Me lo sono perso a Milano :(
sono contento abbiamo mantenuto le aspettative.
GRANDE RYAN!
E grande Annie :-))
Confermo che dal concerto mi aspettavo "un po' meno" del disco.
Invece dal vivo e' solidissimo e anzi ha esploso un suono sporco, denso e polveroso che nel disco (ottimo) risulta "sterilizzato", forse per pulire il sound.
grandissima performance.
rag
Lo sapevo che mi ero perso un bel concerto...
Grande Annie, comunque !!
un inciso: pare a noi che abbia saltato anche "Dont't wait for me".
Ovvero le due canzoni che amo di piu' del disco.
E nonostante cio'.. #1 !
è vero, giorgio, don't wait for me non c'era. speriamo torni presto! Grazie Paolo!!!
anna
ps For what it's worth è la mia preferita, se qualcuno avesse voglia di tradurmi il testo... sarei felice =)
ciao!
Conosco poco questo artista, tutti me ne hanno parlato davvero bene, entusiasti anche del suo concerto.
Credo che The Enemy sia stato fortunato a conoscerlo, e lo invidio per questo... ;-)
Luca Skywalker
..comunque, con tutti i cantanti famosi che mi hai presentato da quando ci conosciamo... a me la foto con l'artista non l'hai mai fatta né pubblicata sul tuo blog...... lol lol
grande Ryan, e adesso capisco perchè Joe ELy ha detto di lui 'The next big thing' (se così si scrive). Me lo aspettavo più fedele al disco, pulito nei sui invece è un 'butcher' del r'n'r con dead horse che hanno energie da vendere. che dire mi è piaciuto veramente tanto-
alla prossima Ryan
Comlimenti alla fotografa, sui miei pc ora c'è lui come sfondo. grazie
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