
Visto l'interesse che questo tipo di film suscitano in Italia, state all'erta, probabilmente resterà nelle sale un giorno e mezzo.

(Il regista Julien Temple con la figlia)
Ho avuto modo di vederlo su dvd, per prepararmi a una intervista con il suo regista, ed è un ritratto profondo, dettagliato, toccante ed emozionante di uno degli ultimi grandi eroi del rock'n'roll: ricco di testimonianze di amici, colleghi e ammiratori (tra cui Bono e Johnny Depp), ci lascia con una sola amarezza, la stessa che esprime Bono con le sue parole: "Odio i Clash perché non ci sono più".
Dio sa quanto ci sarebbe bisogno oggigiorno di quella che era "the only band that matters".
Del film, la cosa più bella è scoprire i cosiddetti "campfires": Joe, infatti, nei suoi ultimi anni di vita, amava ritrovarsi con amici e fans attorno a dei grandi fuochi, ovunque fosse possibile, vicino a casa sua o sotto il ponte di Brooklyn, a parlare, discutere, cantare assieme per tutta la notte. Li considerava la cosa più significativa della sua intera carriera e la dice lunga dell'attenzione e della passione che Joe aveva per il dialogo, il confronto, l'unione con la gente, di cui non poteva fare a meno. Tutto il contrario di una rock star, lui che da ragazzo diceva sempre che l'unica cosa che voleva fare nella vita era diventare una rock star.

Lo è diventato, una rock star. Ma di più, molto di più.
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