When I was still quite naive
Well, you said that we made such a pretty pair
And that you would never leave
But you gave away the things you loved
And one of them was me
I had some dreams they were clouds in my coffee
Clouds in my coffee, and
You're so vain
You probably think this song is about you
You're so vain
I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't you?
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"Uno dei grandi misteri della musica è stato risolto", dice l'annunciatrice di questo programma televisivo, con grande enfasi. Oddio, non è che fosse poi uno di quei misteri che ci facevano perdere il sonno, per quantro intrigante.
In ogni caso, sì ci siamo chiesti tutti per decenni se il macho spezzacuori protagonista della bellissima You're so vain della ancor più bellissima (anche oggi, a 60 anni suonati) Carly Simon fosse Mick Jagger (che nel brano è anche ai cori), Cat Stevens, con cui Carly proprio in quei primissimi anni 70 aveva una love story e che le dedicò una esplicita e splendida Sweet Scarlet, Kris Kristofferson o Warren Beatty. Con i quali tutti ebbe delle love story... prima di sposare James Taylor. Da cui divorziò per una love story con il batterista della sua band, Russ Kunkel. Invece, in una nuova versione, la Simon sussurra il nome di David Geffen, il gran guru della discografia ai tempi (fondatore della Asylum, la casa discografica che come da nome dava "asilo" agli artisti esordienti troppo impegnati per essere presi dalle major 'commerciali' e che poi negli anni 80 si mise a sfornare la peggio musica da classifica, finendo per far causa a Neil Young perché faceva dischi "non sufficientemente commerciali".. oibò...), di Hollywood oggi. Che ironia della sorte è da qualche pure tempo gay dichiarato.
Se devo dire una canzone che ha segnato i miei anni 70 - non cambiato i miei anni 70, che quello lo fece Hurricane di Bob Dylan - è proprio You're so vain. Canzone melodicamente perfetta, degna dei grandi classici della musica pop, dal fascino irresistibile, cantata con una voce femminile ma maschia in modo inquietante, e che nel testo sputa simpatico disprezzo sui tanti maschietti che si pavoneggiano sciupafemmine. You're so vain è uno dei primi brillanti esempi di canzone femminista, piena di orgoglio e di baldanza (il verso "clouds in my coffee" è uno dei meglio riusciti di ogni epoca, quei versi che ritraggono in metafora momenti di realtà in modo tale che per il resto della tua vita ogni caffè che bevi in certi momenti balordi avrà per sempre nuvole dentro), da ridicolizzare tante PJ Harvey dei giorni nostri che si piangono addosso nel fare il conto degli assorbenti gettati in spazzatura.
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Carly e il Gatto Stevens
Questo è quello che io posso percepire ascoltando questa canzone. Che come ogni buona canzone rock, ha dentro molte più ragioni e motivazioni. Quando la scrisse, Carly era già incinta del primo figlio avuto con James Taylor, Ben, e stava pensando a una canzone a lui dedicata. Quindi le love stories erano già cosa del passato. Inoltre, proprio il verso "clouds in my coffee" fa riferimento al disco Clouds di Joni Mitchell, altra artista di Geffen, che Carly pensava venisse promossa meglio e in modo più massiccio di quanto lo stesso Geffen stesse facendo per lei. Invidie femminili, dunque? Poco importa, perché You're so vain non perde, dopo aver saputo queste cose, un grammo del suo fascino e della sua forza.
Carly Simon non è sola la bellona di cui negli anni 70 quasi quasi compravamo i dischi perché ritratta in foto da urlo sulle copertine: figlia di quel Simon, co-proprietario della casa editrice Simon & Schuster, una delle più potenti d'America, già negli anni 60 bazzicava il Greenwich in coppia con la sorellina, cantando folk impegnato. Esplosa nei primi 70, ha portato avanti una carriera dignitosa costellata anche di dischi di alta classe ben lontani dal mondo del pop, vincendo anche una battaglia contro un tumore. La ricordo anche nel film No Nukes cantare una strepitosa The Times They Are A-Changin' insieme a Taylor, John Hall e Graham Nash.
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Di You're so vain recentemente Susanna Hoffs e Matthew Sweet hanno inciso una riuscita cover, ma per me questa canzone resta uno dei molti motivi per essere orgoglioso di essere stato ragazzo negli anni 70, quando si cantavano canzoni come questa. I'm so freakin' vain!