Era dal febbraio 1993, quando, con dieci minuti di tube mi recavo dal mio albergo per sedermi al mio posto numerato dell'Hammersmith Theatre di Londra, che non facevo un'esperienza similare. Lo feci per tre sere di fila, allora. Oggi, invece della tube, sono salito in macchina, dieci minuti di strada e sono approdato per due sere (non consecutive) al teatro Arcimboldi. Allora era Bob Dylan, oggi Dalla & De Gregori. In entrambi un gran bel modo di vivere la musica e i concerti. Ed è interessante andare a vedere gli stessi artisti per più sere consecutive, in quelle che nel gergo musicale si chiamano "residenze", quando cioè piantano le tende per più spettacoli nella stessa città e nella stessa location. Puoi cogliere, in quelle che sono serate dall'ossatura praticamente identica, le diversità, le sfumature, i colori differenti, sia negli artisti che nel pubblico.
La sera del 5 maggio, prima ufficiale del Dalla & De Gregori Work in Progress 2010 Tour - dopo la serata clandestina e garage del gennaio scorso a Nonantola - i due erano freddini, a tratti insicuri, molto professionali. Il pubblico pure. Raramente si è scaldato. E il sound, specie nella prima parte, tenendo conto che eravamo alla seconda Scala di Milano, era missato decisamente male. Ottimo concerto, per carità: con due artisti del genere non poteva essere altrimenti, ma sembrava che le grandi emozioni e le passioni fossero rimaste a Nonantola. Ieri sera, invece, quarta serata di una residenza che arriverà a contarne sette, tutta altra musica. Dalla & De Gregori sciolti, divertiti e divertenti. Sound perfettissimo, degno degli Arcimboldi (tenendo conto che oltre ai due sul palco ci sono quindici musicisti compreso un quartetto d'archi). Cambiamenti di scaletta: invertito l'ordine di alcuni brani per rendere la prima parte più densa e tirata, che la prima sera era stata un po' moscia, e via Pezzi dal finale (peccato perché era una versione rock'n'roll da paura) per inserire nella prima parte la sempre bellissima La storia siamo noi.
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I momenti più alti rimangono ovviamente la doppietta La valigia dell'attore e Caruso, probabilmente le due canzoni più belle della storia della musica italiana del Novecento, a parte quelle di Modugno ovviamente. Come sono state interpretate dai due (l'unico momento - oltre alla Donna cannone - di questi concerti in cui Dalla & De Gregori non si esibiscono insieme) è stato veramente travolgente. Una intensità da spaccare il cuore del più incallito bastardo. Ma non c'è momento nel concerto che non sia spettacolare: il modo in cui i due si alternano alle strofe delle rispettive canzoni, la consapevolezza di star rivistando pagine memorabili della musica d'autore di sempre, la commozione per riscoprirle insieme al pubblico, la band straordinaria. Eh, in Italia mancava un evento di tale portata. Splendida l'apertura del secondo tempo, con l'attore-vocalist che recita un pezzo de L'affondamento del Titanic di Hans Magnus Enzensberger (e poi parte una versione da urlo de I muscoli del capitano). E se L'anno che verrà, con quel finale tiratissimo e rock ti fa alzare dalle poltroncine, Rimmel in versione karaoke dopo che per decenni De Gregori è stato accusato di disprezzare il pubblico perché non permette loro di cantare insieme a lui, è stata un delirio totale. Chitarra dodici corde, testo che scorreva sul maxi schermo (come dire: e fateve sta cantata, li mortacci vostra), lui più dylaniano che mai con gli occhiali da sole... Arcimboldi letteralmente esploso in un diluvio assordante di applausi. De Gregori batte Dalla uno a zero.
Si scherza ovviamente, che in serate come queste l'unico vincitore è la musica. "E' bello cantare" dice a un certo punto uno stupito Lucio Dalla. Stupito che a quasi settant'anni sia ancora possibile scoprire la bellezza del canto e della canzone. Ma una canzone non basta, e non basta saper cantare, come dice il pezzo che conclude delle serate memorabili. "Però serve", aggiunge ridacchiando Lucio. E a noi servono le canzoni. Canzoni come queste.
Post scriptum: in entrambe le serate grande sfilata di vip(s). Si sono notati in sala: Giorgio Armani, Ornella Vanoni, Paola Turci, Enrico Ruggeri, Linus, la famiglia Bisio al completo. E il vostro good Doctor, ovviamente.