Sunday, March 09, 2008

Notes from the underground


I was born at the right time, I know that, because I fell in love with the guitar and rock and roll and I have walked on this planet in the shadow of Elvis Presley and the footsteps of Bob Dylan
(Elliott Murphy)

Se vi capita di essere a Parigi per assistere a un concerto di Bruce Springsteen,non perdete tempo a fare una scommessa. E' sicuro, come è sicuro che è successo ogni volta negli ultimi dieci anni più o meno, forse anche di più, che verso a un certo punto salirà sul palco Elliott Murphy. A dire il vero è successo anche una volta in Italia, a Bologna. Era il 2002 e io ero in ospedale ad aspettare che nascesse la mia seconda figlia. La mattina dopo quel concerto, quando aprì il cellulare, lo trovai intasato da almeno una dozzina di sms che i miei amici springsteeniani mi avevano mandato quella notte, del tipo "ELLIOTT... BRUCE... STANOTTE... SUL PALCO...". Sapete, il livello di conversazione più o meno quello di E.T. ("TELEFONO... CASA..."). Ma questi sono gli effetti che il rock'n'roll pùò avere sugli animi particolarmente sensibili, li capisco bene. Comunque, chiamai subito Elliott al cellulare, fingendo incazzatura:"Ehi, ma la prossima volta che pensi di salire sul palco con Bruce, fammi il favore di avvertirmi, così oltre a non perdermi il duetto magari me lo presenti anche". Se c'è una cosa che Mr Murphy non sa fare, è mentire. D'altro canto nelle liner notes di un disco live dei Velvet Undeground, una volta aveva scritto uno dei più bei pensieri a proposito di questa musica, "il rock'n'roll è una l'unica cosa onesta rimasta in giro", e lui di rock'n'roll sa una cosa o due.
Be', con la voce piena di stupore lui stesso mi rispose: "Shit, man... neanche io so quando riesco a salire sul palco con Bruce!".

Partiti da una città di perdenti più o meno nello stesso periodo e più o meno nella stessa zona, Elliott non ha avuto la stessa fortuna del suo amico Springsteen, ma oggi non se ne fa più un cruccio. Fa i suoi dischi (uno nuovo è in uscita proprio in questi giorni, come sempre con un titolo ricco di fascino, che è po lo stesso di questo post, Notes from the Underground), fa i suoi tour (sarà in Italia dal 12 al 16 marzo, non perdetevelo se siete nei paraggi di dove suona; le date le trovate sulla sua pagina MySpace, dove si può ascoltare anche un pezzo del nuovo disco, http://www.myspace.com/elliottmurphy ), scrive - benissimo - anche dei libri. L'ultimo, un romanzo western, è uscito da poco anche in Italia. E poi ha inciso no sfracello di grandi dischi che gli valgono una pensione dorata nel grande libro del rock, i miei preferiti se a qualcuno interessa sono senz'altro Night Visions e Selling the Gold (in quest'ultimo c'è anche un gran bel duetto proprio con Bruce).


La prima volta che l'ho conosciuto di persona, fu a un convegno di poeti e cantanti, dalle parti di Venezia, più di dieci anni fa. Era piuttosto incazzato perché gli organizzatori lo avevano lasciato ad aspettare tutto il giorno alla stazione di Venezia e quando era finalmente arrivato,aveva scoperto che Allen Ginsberg, con la cui promessa che sarebbe stato presente alla serata lo avevano allettato a venire appositamente da Parigi, non c'era. Welcome to Italy, Elliott... Nonostante questo aveva rilasciato, da par suo, una splendida performance.

Nel 2002 fu così carino da venire apposta, sempre da Parigi (città in cui vive ormai da parecchi anni, con una splendida moglie e un simpatico figlio che va pazzo per la musica heavy metal), per la presentazione del mio libro su Bob Dylan, per cui aveva scritto una splendida introduzione. Il libro non importa se non lo avete letto, che non è nulla di che, ma la sua introduzione se ve la siete persa la potete trovare qui, ne vale la pena: http://www.elliottmurphy.com/writings/dylan.html
Il pomeriggio prima della presentazione, in cui diede vita a un formidabile set acustico di brani dylaniani e suoi, tra cui una travolgente esecuzione acustica di Like a Rolling Stone impreziosita da una delle sue mitiche introduzioni che io trovo più spassose ed epiche di quelle di Bruce Springsteen, eravamo seduti in un bar di Milano. Vicino al nostro tavolo erano sedute due belle ragazze che continuavano a lanciarci occhiate. Da vecchi sopravvissuti del rock'n'roll, io ed Elliott eravamo piuttosto lusingati. A un certo punto una delle due si avvicina e timidamente mi chiede: "Mi scusi, ma il suo amico è Tom Waits?? Sa, sono una grande fan...". Elliott non voleva crederci, quasi cascò giù dalla seggiola per le risate. "No, non è Tom Waits, ma scrive canzoni belle come le sue". Sia io che Elliott rimanemmo un po' male nel vedere, alla fine della serata, che le due non si erano fatte vive nonostante il nostro invito...
Ah, il concerto che fece quella sera si trova - ancora, credo - da scaricare sul sito dimeadozen. E' davvero carino, anche se di qualità approsimativa. Ogni volta che lo riascolto, mi vengono i brividoni a sentire Elliott che dal palco dice "grazie a Paolo, che con i suoi libri tiene vivo l'amore per il rock'n'roll". Mi sento un po' come se fossi stato ammesso anche io nella Rock'n'roll Hall of Fame.

Nel 2004 ebbi il piacere di portarlo a suonare al Meeting di Rimini. Non gli capita spesso di suonare su un palco vero e proprio davanti a qualche migliaio di spettatori, e quella sera fu un evento formidabile, una roba d'altri tempi, per uno che negli anni 70 aveva suonato con i migliori musicisti della scena rock e registrato con i migliori produttori. Elliott, chiamato il "nuovo Bob Dylan", sembrava proprio dovesse diventare ancora più grande di Springsteen. E' andata diversamente e oggi non gli capita spesso una cosa così: spesso deve esibirsi in scalcinati club da quattro soldi. A un certo punto del concerto, un centinaio di ragazzi si buttarono sotto al palco a saltare come se fossimo stati a uno show dei Green Day. Alcuni di loro si facevano passare uno sopra l'altro, sapete, come si fa ai concerti dei gruppi punk. Elliott mi confessò dopo che per un istante era stato tentato di buttarsi giù dal palco sulla folla, ma gli era sembrato un po' troppo una cosa tipo Spinal Tap.

Che sia un gran palco o un piccolo club, un suo concerto è sempre una cosa che non si domentica. Lui suona sempre come se fosse l'ultima occasione della sua vita, e la dice lunga dell'amore che ha ancora per la musica: "Scrivere libri è la mia passione, ma il rock'n'roll è la mia religione" ha detto una volta. Un anno fa, o forse, due, sempre in questo periodo di Pasqua, venne a suonare nella sperduta provincia di Pavia. Per colpa di un amico troppo eccitato, arrivammo lì alle nove e il concerto cominciava alle undici. Elliott beve solo acqua ormai da anni, ha superato con successo le brutte abitudini del rock'n'roll, io invece ancora no. Per quando il concerto era cominciato, ero ormai così ubriaco che dopo un paio di canzoni dovetti andare a sedermi in macchina perché rischiavo di crollare a terra. In qualche modo, ancora non so come, riuscii a tornare a casa. Elliott mi chiamò preoccupato il giorno dopo: "Hey man, are you alive? Non ti ho più visto a un certo punto".Gli spiegai le vicende e da gran signore come lo è sempre, mi disse di raggiungerlo la sera dopo al concerto successivo. Il mio nome sarebbe stato ancora sulla guest list.
Nel 2006, a Pistoia, ebbe l'onore, per la prima volta nella sua carriera, di fare da opener a Bob Dylan. Abbiamo provato tutti e due a cercare di andare a salutarlo, ma poi visto che lui se ne stava blindato nel suo bus, abbiamo preferito andarcene a mangiare in una ottima trattoria toscana. C'è di meglio, nella vita. Fui io, questa volta, a cercarlo dopo il concerto. "Elliott, dove cazzo sei? Magari adesso passa di qui Bob". "Uh" mi rispose dalla sua camera d'albergo con la voce assonata. "Me ne sono andato dopo le prime due canzoni... Non mi sembrava che stesse cantando granché bene...". Non potei dargli torto.

Non mi ha ancora presentato Bruce, ma non ci dispero. Comunque non importa. Le storie di rock'n'roll che mi ha raccontato e i suoi concerti che ho visto mi bastano e mi avanzano. C'è un nuovo disco in uscita, e sebbene la mia canzone preferita di Elliott Murphy rimanga un pezzo che scrisse negli anni 70, la bellissima Diamonds By the Yards, un autentico poema rock'n'roll, una di quelle canzoni che danno un significato a questa musica , ogni suo disco è come un libro che vale la pena fermarsi a meditare a lungo.
Ma non offritemi un drink, al prossimo concerto di Elliott. I'm too old for rock'n'roll, but too young to retire...

18 comments:

Anonymous said...

"il rock'n'roll è una l'unica cosa onesta rimasta in giro"
solo un grande può dire una cosa così... onesta!
ricordo la prefazione al tuo libro, che ho letto... questo Artista AMA quello che fa per lavoro, quindi è un uomo davvero fortunato
fattelo presentare, Bruce: ti farai 4 risate, è fuori come il balcone di casa!!!!!

Luca Skywalker

renzo cozzani said...

bellissimo quest'articolo, Paolo, anche se pecchi di inappropriata modestia rispetto al tuo libro su Bob...il 15 marzo Murphy suonerà proprio nella mia città, La Spezia, ed io avrò l'immenso onore di aprire il suo concerto con il mio gruppo!!...
speriamo bene...

Paolo Vites said...

grande, renzo! facci sapere come è andata e magari posta un bel video su youtube... congrats

Spino said...

Grande Elliot, al concerto di Bruce a Bercy lo scorso dicembre sapevo che sarebbe sbucato fuori prima o poi... e puntuale eccolo su Dancing in the dark.

ciocco72 said...

...ti potrai rifare il 27/6 a Paris...

Anonymous said...

E' vero.....
Ho visto due volte Springsteen a Parigi ('99-'07) e Elliot è sempre salito sul palco.
E ricordo anche una sua rubrica mensile sul Mucchio un pò di anni fa.
personaggio strano e interessante.
Ciao

claire said...

paolo, quando andiamo a vederlo? viene a milano?

ciocco72 said...

meeting di Rimini? e che c'entri tu con CL??????

Anonymous said...

se viene a milano vado volentieri a vederlo, Murph the surf è stato uno dei miei favoriti per lungo tempo, un saluto, marcello

Carlo said...

Bel post!

C'ero anch'io a parigi quest'anno, e dopo il concerto mi ricordo che Bruce ha passato parecchi minuti nel backstage a chiaccherare con lui.
Noi eravamo esattamente sopra di loro, ci siamo sporti dalle trandenne, ed entrambi ci hanno salutato, come testimonia la foto che ho scattato al link:

http://i220.photobucket.com/albums/dd66/carlobruce/PICT0098.jpg

Carlo said...

Ops! il link non ci sta tutto in 1 riga...

http://i220.photobucket.com/
albums/dd66/carlobruce/PICT0098.jpg

Paolo Vites said...

foto formidabile! thanx

Anonymous said...

Che dire di mr Murphy?
Vi dico solo che l’ho visto suonare a Leffe (BG), a Saronno (in un cinema parrocchiale grande quanto il mio salotto e senz’altro meno confortevole), a Sesto Calende e due volte due a casa mia, a Legnano, in un locale che si chiama Jail perché sta appresso al vecchio carcere dismesso.
E la seconda volta è salito sul palco (vabbè, palco e salito sono parole grosse: è una pedana rialzata da terra di 30 cm o giù di lì) e si è presentato dicendo “It’s good to be back in Jail”.
E’ bello essere di nuovo in prigione…..
Ad ogni modo, il concerto di Sesto Calende (agosto 1995, se ben ricordo) è stato magico.
Acustico (lui da solo, chitarra e armonica, la moglie – spettacolare – in prima fila e l’allora bimbo, precoce chitarrista aggiunto negli ultimi due album,a sgambettare lì davanti) e all’aperto, nel cortile del Palazzo Comunale con vista Ticino/Lago Maggiore.
Bellissimo.
Se non fosse per l’acquazzone estivo che arriva puntuale dopo poche canzoni (un po’ come Springsteen a San Siro 2003, tanto per trovare un’ulteriore analogia) e costringe il caro Elliott a sbaraccare in fretta e furia.
Se ne va a casa in anticipo? Neanche per sogno.
Si piazza nell’ingresso del Comune (all’asciutto) e va avanti a suonare per un’ora abbondante in versione letteralmente unplugged (nel senso che l’impianto era stato smantellato e portato al riparo) con la folla (altra parola grossa, anzi enorme: trenta persone … forse) che gli si accalca attorno e canta con lui.
Altro che bizze da rockstar...

luciano

Paolo Vites said...

fantastico.. grazie del ricordo luciano

Anonymous said...

piacere mio, ricordarlo e condividerlo con voi

luciano

renzo cozzani said...
This comment has been removed by the author.
renzo cozzani said...

è andata...ed è stata una grande serata! nonostante i timori di pioggia, i soliti problemi tecnici agli impianti di amplificazione, slittamento di soundchek ecc. Elliot ho suonato alla Spezia, e suonato alla grande...dalle 23 all'una di notte, ed alla fine la gente tutta in piazza a ballare e cantare sulle note di un'irresistibile Gloria.... è stato gentilissimo e simpatico, ci ha persino fatto i complimenti per la parte del nostro set che ha sentito (hallelujah di cohen ed una powderfinger da me tradotta in italiano),mi ha proposto di scambiare i suoi tre musicisti con la parte femminile del mio gruppo (una cantante, una violoncellista ed una clarinettista)...!!...ed ha fatto fare alcune foto con noi che ci manderà attraverso myspace...un altro annedoto simpatico: nelle prove la sua chitarra faceva le bizze, e quindi ha usato per il concerto la chitarra di uno dei ragazzi del mio gruppo (che già solo per questo era contentissimo..)alla fine del concerto, al momento della restituzione, lui era accompagnato dalla sua ragazza (entambi sono giovanissimi) ed Elliot gli ha chiesto:"è la tua fidanzata?allora portala a cena!" allungandogli cinquanta euro....gli ho detto che ci eravamo scritti riguardo a lui nei giorni scorsi, ed Elliot mi ha chiesto se tu ci fossi, e poi mi ha detto "Paolo, davvero un buon amico..."scusa(te)la lunghezza del post, ma mi faceva piacere condividere questi piccoli "episodi di strada" musicale; i ragazzi del mio gruppo (tutti molto giovani, che non lo conoscevano) alla fine erano al settimo cielo, e a dire la verità un pò anch'io...

Paolo Vites said...

grazie mille renzo... sono storie come queste che tengono vive il rock'n'roll... altro che le star

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