Friday, February 20, 2009

La stella. E John

C’era una sola stella nel terso, scuro come il cobalto cielo di febbraio. Viaggiavo per una strada solitaria persa nella campagna della bassa padana. Nessuno dietro di me, nessuno che mi veniva incontro. La stella stava lì, dritta nella mia direzione, forse era la stella polare che mi guidava nella mia strada verso casa. Ero stanco di lunghe ore di macchina, e di lavoro. Non avevo neanche voglia di ascoltare musica. Ma sembrava che la stella mi dicesse, fammi sentire una bella canzone. È solitario quassù, e stanotte fa freddo. Siamo solo io e te, questa sera, teniamoci compagnia. Con gesto assonnato ho schiacciato player e in sequenza sono partite Help!, The Night Before, You’ve Got to Hide Your Love Away, I Need You.. e via via tutto Help! dei Beatles.
La stella mi sorrideva, perché, oh come erano formidabili quelle canzoni.

Pur nella loro assoluta semplicità, nelle parti di chitarra solista così zoppicanti di George Harrison, negli arrangiamenti pressoché identici ed elementari, quelle voci spaccano. È il disco di John Lennon, questo. Anche se Paul ci infila con nonchalance I’ve Just Seen a Face e Yesterday, dal grido di aiuto iniziale, passando per la maestosità di I Need You, alla rabbia disperante di You’re Goin’ to Lose That Girl, la magnificenza compassionevole di It’s Only Love e la gioiosa innocenza di Ticket to Ride, con le sue fantastiche innovazioni musicali, qua c’è un ragazzo già uomo che prova a fare i conti con la vita. Con l’amore, impossibile da trattenere, eppure impossibile da rinunciarvi. Che cosa saremmo, senza l’amore?
E a chiosa di tanto desiderio, l’amico Paulie ci infila Yesterday, canto funebre pieno di mistero – quell’ombra appesa, nessuno ha mai scritto verso più poetico in una canzone d’amore – a sostenere John nel suo dolore.
Per poi dirci, quasi, “avevamo scherzato”: DIZZY MISS LIZZIE!. Ma è John che canta.
La stella continuava a fissarmi da lassù. Suonalo ancora, amico, mi ha chiesto. Questo disco è troppo bello.

5 comments:

Vernè said...

I fab four... Miti di una stagione irripetibile. Eravamo tutti più innocenti. Non ci fossero stati la nostra musica sarebbe stata la stessa?
p.s. Ehi, Paolo, quella è la luna, ma il significato è lo stesso

antonio lillo said...

ho letto che adesso è uscito un nuovo libro su john il cui unico scopo è dimostrare che fosse una sorta di violento malato di sesso e robaccia simile... come se la cosa potesse cambiare il modo che abbiamo di ascoltare la sua musica... mi danno così fastidio certi libri che non parlano d'arte ma di gossip... voglio dire: forse è vero che non era proprio un gentiluomo, forse è vero che era geloso della moglie, ma io dico, che ce ne importa, questo non influisce sulla qualità di strawberry fields forever o norwegian wood o i'm so tired e gettare merda su di un morto per il solo gusto di farlo mi sembra oltremodo indecente, anche se il morto era john lennon...

per concludere su un'altra nota mr. vites, ma i need you non era di harrison?

Maurizio Pratelli said...

Parole sante, amico!

Laura said...

proprio sabato scorso abbiamo (ri)visto coi bambini 'yellow submarine'

i colori della musica
i suoni dei disegni
l'ironia delle immagini
love love (g)love

non lo ricordavo così vivido
e oh come erano formidabili anche quelle canzoni

SOAVE ALLEGRO RISOLUTO said...

romantico!

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