Qualche anno fa, in uno scalcinato locale milanese, mi stavo godendo un fantastico concerto del grande Joe Henry. Tra il pubblico si aggirava questo tipo strano, cappellino storto in testa, barba lunga, un sorriso piacione stampato sul viso e un bicchiere sempre in mano. Io cercavo di seguire le intricate costruzioni melodiche del cognato di Madonna, e questo tipo me lo trovavo sempre davanti, che mi sorrideva come se fossimo stati vecchi amici. Non prestava grande attenzione alla musica, ma mi sembrava felice, e ciò me lo rese simpatico. Più tardi mi dissero trattarsi di Vinicio Capossela.
Non sono suo fan, i suoi dischi, seppure colga sprazzi di genialità, mi lasciano abbastanza freddo. Magari dovrei vederlo in concerto. Però ho trovato queste sue parole l'altro giorno da qualche parte nella Rete e penso siano bellissime. Dicono tutto quello che c'è da dire, dicono quello che provo a dire da una vita, ma lui lo ha detto meglio. Perciò grazie, signor Capossela. Magari dovrei ascoltare meglio anche i suoi dischi:
Molte canzoni possono accompagnare la nostra vita, ma solo poche obbligano ad accendersi una sigaretta, a tirarla a lungo, come a soffocare un taglio con un’altra lama, e riempire così un vuoto nel petto. Quella è la musica di cui voglio occuparmi. La musica che, nella sua bellezza, non fa stare tranquilli. Chiede qualcosa di più alla vita, apre nell’anima un senso di incompiutezza, come se la vita non fosse abbastanza, come se le fosse sfuggito l’essenziale. Fa intravedere qualcosa che si desidera al punto di soffocare, che ci ha lasciato orfani per sempre. Così ho iniziato. Per avvicinare la vita a quello che avrebbe dovuto essere.
[…]Le parole possono servire, possono contare. Una voce può essere una stagione, la luna un invito, la strada un’invocazione. La poesia sono le parole che ti conquistano, quelle che hanno un’epica, un mondo dietro di sè. Quello a cui ci si è sottratti per poterne scrivere. Così dovrebbe essere. Suonare è un’altra cosa.
Lo sentii dire a un vecchio violinista cubano: “La musica me riconfuerta”. La musica risolleva, oppure fa impazzire la gente. E’ la compagna del cammino, si limita a non lasciarti in pace, a non perderti di vista, a non lasciarti da solo.
Così è. Ci sono poche cose che salvano, cose molto interiori, che quando uno ha perso si sente davvero perduto. Credo che la musica renda fortunati. E’ un modo di riavere indietro quello che mettiamo nella vita.
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13 comments:
bellissimo.
posso dirti per averne avuto esperienza che capossela più che su disco è da sentire in concerto. uno che vidi alcuni anni fa per la presentazione dell'album "ovunque proteggi" lo considero ancora oggi il più bello e coinvolgente della mia vita. oltre il concetto di musica. arte totale!
Mamma mia, grazie. Quando uscì Ovunque proteggi non ci capii nulla. Poi andai a vederlo in tour in teatro e tutto le sue tenebre diventarono luce.
ma hai visto il nuovo video di must be santa di dylan? io l'ho visto oggi! è divertentissimo! da morire!
eccerto. lo sto tenendo in caldo per qualche giorno. totale. favoloso
Paolo, il 3 dicembre Vinicio è agli Arcimboldi. Prova a farci un giro, ne vale la pena
Buongiorno Vites,
Io sono un grande estimatore di Capossela, conosciuto 5 anni fa grazie alla raccolta "L'indispensabile" e mai piu' abbandonato.
I suoi cd mi emozionano, mi accompagnano, mi fanno venire voglia di schiacciare nuovamente play e di riascoltarli..la sua musica mi "riconfuerta".
Vedere Capossela dal vivo è indescrivibile, i suoi concerti sono vino, sono tabacco, sono fumo di sigaretta, sono poesia, sono storie d'amore, di solitudine, di rabbia, di ricordi, sono onde da cui lo spettatore non puo' fare altro che farsi travolgere.
Dopo aver visto un suo concerto, Capossela è per me diventato "L'indispensabile".
Con stima,
Emiliano
PS : La sciarpa comprata al concerto dei Wilco è fantastica, io mi sono limitato alla maglietta e mi sono stupito di quanta gente abbia comprato le borracce/bottiglietta!
ma potremo fumare e bere vino anche noi spettatori? :-)
grazie
anche a me Capossela lascia molto freddo: prima imitava Paolo Conte, poi Tom Waits, infine si è dato anche lui a quel folk-gitano che in Italia pare l'ultima moda di chi è alternativo, ed è tutto uguale...
dal vivo ci sa fare, ma non è poi gran cosa, e poi è uno scorbutico maleducato spocchioso...
il video di Dylan è favoloso, appare e scompare e riappare con uno sguardo sornione, un capolavoro!!!
Luca da Sassari
folk gitano il capossela di oggi???
che il testo che hai trovato è bellissimo te l'ho già detto...
poi ho letto Non si muore tutte le mattine, ci sono delle pagine che sono dei quadi e altre che ti sembra di esser ubriaco perchè sono tutte paciugate... in concerto non l'ho mai visto e mi è simpatico già solo perchè è nato nel 65...
(fumare no
ma bere sì
ho visto tanti portarsi dentro le bottiglie...ti aspetto!)
quanto alla scarsa originalità di capossela, è ormai un'argomentazione superata: come dire, fossilizzarsi sulle critiche a de gregori perché suona come dylan o arrangia come cohen in alcuni pezzi.
il mondo di capossela attinge da conte o waits, e si nutre di una mitologia molto più poliedrica: ma folk gitano proprio no...
i calexico nel concerto di villa arconati si sono (anche fisicamente!) inchinati davanti alla sua presenza, sospesa fra incubo e sogno. e i suoi spettacoli sono fra i meglio pensati, suonati e arrangiati che possa offrire la scena italiana.
quanto al carattere, conosco chi lo conosce bene. e so che è personaggio spigoloso solo con chi voglia invadere la sua 'clandestinità', ossia la vita privata, che vive mantenendo un equilibrio difficile fra notorietà e bisogno di restare anonimo e di mescolarsi agli ultimi, che da sempre ha cantato e coi quali vuole ancora restare.
l'ho fatta lunga, stavolta. però il soggetto meritava...
grazie
:-)
grazie a te amica
io l'ho scoperto ieri e già lo adoro. ovunque proteggi è una delle canzoni più belle che io abbia mai sentito. e ne ho sentite tante.
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