(Justin Townes Earle)

Adesso di anni ne ha 26 è si è messo a scrivere canzoni. Bellissime canzoni, che se le scrivesse il padre oggi, dopo l’infilata di sbiadite prove che ha infornato negli ultimi anni, saremmo tutti qui a gridare al capolavoro.
Justin Townes Earle sembra faccia dischi da sempre (e pensare che alcune di queste canzoni sono state scritte quando aveva solo 15 o 16 anni...). Più o meno dai tempi di Hank Williams, il cui fantasma è più che un punto di ispirazione (ad esempio nella title track). Evidentemente ama anche uno come George Jones (che è ancora vivo e lotta insieme a noi) come si deduce dalla splendida What Do You Do When You’re Lonesome, pura honky tonk music. Sfoggia carisma cantautorale a tonnellate nelle intense Lone Pine Hill (un brano che racconta i giorni antichi della Guerra di secessione, come facevano le migliori canzoni di The Band) o in Who Am I To Say. Ma sa anche sdrammatizzare con la divertente e briosa cavalcata un po’ southern, molto New Orleans-style, di South Georgia Sugar Babe.
Il disco si chiama The Good Life. Ha un bel suono vintage, ma non snobisticamente retrò come fanno certe stelline di plastica tipo Norah Jones, che avvolge le sue storie. Il resto lo fa la voce, la voce di uno a cui credere perché sai che sta dicendo la verità, quando dice che “la vita è dura”.
Se volete saperne di più, andate qui: http://www.myspace.com/justintownesearle
Nella "medesima vena artistica" – come si usa dire nell'ambiente – si muove la band dei fratelli Felice di cui avevamo già parlato qualche mese fa, e volentieri ci torniamo visto che hanno appena pubblicato un nuovo, splendido disco intitolato semplicemente con il loro nome. Che supera il già buon Tonight at the Arizona in termini di produzione, maturità espressiva e qualità generali.
Di nuovo si apre la porta che conduce alla cantina di Big Pink e ancora una volta appaiono fantasmi di quella repubblica invisibile: Frankie's Gun è irresistibile, una invocazione, una danza ubriaca, da qualche parte fra un saloon di Abilene e la collina di Tombstone. Radio Song ti si appiccica come il sudore mentre attraversi gli swamp della Louisiana e proprio quella radio non vorresti spegnerla più. Sono canzoni che evocano delle presenze, c'è una malinconia che le abita, come la meravigliosa Goddamn You, Jim. Ma attenzione, non svegliate lo spaventapasseri: Don't Wake the Scarecrow, lo dicono anche loro...

5 comments:
mi hai incuriosito... ora DEVO approfondire
Luca Skywalker
Non conoscevo il figlio di Steve mentre i fratelli felice girano nel lettore da tempo, grandi.
ho ascoltato!
bellissima novità
lo cercherò...buon fine settimana a te.
anna
il primo steve earle mi è sempre piaciuto, ora mi incuriosisce da matti il figlio. I Felice Brothers, poi, ce li hai già fatti apprezzare...
Good news, thanx
Potrà interessare che Justin ed i Felice hanno suonato sullo stesso palco lo scorso 29 Marzo. I due set sono fra l'altro stati registrati con una qualità strepitosa e disponibili come torrent:
http://bt.etree.org/details.php?id=514339
http://bt.etree.org/details.php?id=514340
ciao -- Nando
Post a Comment