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Soprattutto, Greil Marcus era alla scrivania della più prestigiosa e leggendaria rivista rock di sempre, quel "Rolling Stone" sulla cui copertina, almeno un tempo, pur di apparire, un musicista avrebbe venduto l’anima al diavolo, o la madre al vicino di casa. Dipende dal tipo di musicista.
In realtà ci rimase per poco, la fine degli anni Sessanta e i primissimi Settanta, per poi passare a riviste concorrenti come Creem e infine decidere che scrivere di musica rock sì è bello, ma non abbastanza.
Dalla metà degli anni Settanta Greil Marcus alterna i suoi scritti rock alla professione di professore universitario: insegna American Studies all’università di Princeton, Berkeley e Minnesota e alla New School di New York. Con queste credenziali Marcus ha dato vita a qualcosa che prima di lui era inedito: scrivere cioè di rock esattamente come si scrive di letteratura o di politica, Shakespeare o Bill Clinton per capirci, dando alla musica rock la giusta valenza sociale e culturale che merita.
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