Monday, April 07, 2008

Eddie va da solo


Ho visto i Pearl Jam dal vivo nel 2001, un’ottima band con i piedi ben piantati nel classico rock più genuino, tra Who e Jimi Hendrix, tra vibrazioni di psichedelia fine sixties e grande cuore di Neil Young (ovviamente, avendo concluso lo show con Rockin’ in the Free World). Mi sembrarono un po’ scazzati però, alquanto snob nel loro atteggiamento da antidivi, quelli per cui “ehi, noi non siamo rock star siamo quelli della strada”, atteggiamento che poi finisce per avere il risultato opposto. Non so, forse era la serata sbagliata, perché le loro esibizioni di inizio carriera che ho visto in televisione mi sembravano animate da ben altra passione.
Non sono per niente fan dei loro dischi in studio, a parte il bel Ten, loro opera prima, perché come tutti i gruppi degli ultimi 15 anni ancora devono scrivere una grande canzone.
Ma ho sempre considerato Eddie Vedder uno dei più grandi vocalist non solo degli ultimi anni, ma tra i migliori di tutta la storia del rock. Quando lo vidi esibirsi alla “Bobfest”, il concertone per i trent’anni di carriera di Bob Dylan al Madison Square Garden dell’ottobre 1992, manco sapevo chi fosse, ma rimasi a bocca aperta dalla sua interpretazione formidabile di Masters of War. Lo rimase anche l’autore del brano stesso, che da quella sera per molti anni propose quel pezzo nel medesimo arrangiamento usato da Eddie Vedder.


Però adesso mi ha conquistato il disco, in un certo senso solista, che Vedder ha pubblicato per la colonna sonora del film Into the Wild. Quasi in dimensione da vecchio folksinger, una serie di canzoni e di interpretazioni strepitose. Un passo avanti da gigante rispetto alla sua band. Così sono molto contento che si sia lanciato in un tour solista in chiave acustica. Ho visto la scaletta della prima serata, quella tenuta a Vancouver il 2 aprile, e la serie di cover che ha eseguito la dice lunga di dove batta il cuore del ragazzo: nel posto giusto.
Guardate un po’: Millworker (James Taylor), Hide Your Love Away (The Beatles), Picture In A Frame (Tom Waits), Trouble (Cat Stevens), I Won't Back Down (Tom Petty), Forever Young (Bob Dylan), Growin’ Up (Bruce Springsteen).
Mica male.

11 comments:

ciocco72 said...

la colonna sonora e' proprio fusa nel film...grande eddie!

Anonymous said...

Neanche io sono particolarmente impressionato dagli album dei PJ: troppo fini a se stessi musicalmente (anche se ci son buone liriche sparse qua e là).
Dal vivo li ho visti e il discorso cambia, e in positivo: gran bel gruppo!
L'album Into The Wild mi piace tantissimo, e sono davvero contento di questo solo tour: Eddie è un frontman coi controfiocchi!

Luca Skywalker

Spino said...

Li ho visti 3 volte nel 2006 e secondo me attualmente sono la miglior band del mondo, una potenza e un tiro incredibili. Into the wild è un capolavoro e negli anni non potrà che guadagnare valore. Non so cosa darei per vederlo in questi concerti da solista.

Carlo said...

Anche a me piace un sacco la soudtrack di Into The Wild, la trovo stupenda.
Non sapevo però del tour da solista, e delle cover che sta facendo... wow!
Mi piacerebbe trovare qualche bootleg...

Gattosecco said...

Un modesto parere: li ho visti a Bologna in occasione dell'ultimo tour italiano. L'unica data le cui immagini non sono state incluse nel dvd perchè (versione ufficiale) Eddie non era in forma perfetta. Non so se era il mio entusiasmo, ma la loro esibizione è stata davvero coinvolgente, e non sono stati per niente distaccati. L'unica cover è stata Baba O'Riley e vedere tanta gente che la cantava insieme a loro è stata comunque una piccola soddisfazione (il solito discorso:"Non sono un alieno, guarda quanta gente la pensa come me!"
Ten è stupendo, epocale. Ma anche l'ultimo album secondo me è molto bello. Una ritrovata vitalità dopo prove un po' opache.

Paolo Vites said...

il dvd del tour italiano in effetti è molto bello -

Anonymous said...

in 'into the wild' eddie rispolvera ed interpreta stupendamente un perfetto stile da songwriter. semplice, polveroso, arrangiamento essenziale ma azzeccatissimo, liriche brevi ed efficaci, espressivita' da brivido. superdisco!
rag

Kyle William said...

Sai che ero proprio a quella 'No Surrender' ?
Che concerto hai visto nel 2000 che non ti ha convinto ? Non Milano vero ?

Paolo Vites said...

ciao Kyle, fortunello americano... era milano, il forum, ma era il 2000? azz già otto anni fa?? sembra ieri.. vuoi dirmi che fu un cocnerto strepitoso? be' sì se chiudevi gli occhi e lasciavi andare la musica, ma loro sembravano dei pezzi di legno annoiati sul palco... forse perché ho sempre in mente quel concerto di MTV del 1992 dei PJ dove facevano fuoco e fiamme...

Kyle William said...

Ma no, in realta' sono solo introversi ;-)
Milano 2000, non il mio preferito di sempre, ma fantastico.
1996 e 2006 altrettanto grandiosi, forse piu'.
Praticamente ai concerti dei PJ devi andarci incazzuto anche se 'happy Eddie', come lo chiamo da qualche anno, e' 'migliorato' in termine di umore, dev'essere stata la nascita della bambina.

Daniele Filosi said...

Magari però accordare la chitarra e imparare gli accordi non sarebbe male...

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