Gennaio 2000-novembre 2009: i cinquanta dischi degli anni Zero
(esclusi live, ristampe, antologie, tributi e colonne sonore)
Spiritual guidance: Claudio Magnani
Musical advisors: Rossana Savino, Diana Pizzuto
(oggi ci piazzo dentro dieci dischi perché me ne vado a fare il ponte. Happy Sant'Ambroeus)
26. Kings of Leon, Only by the Night, 2008
Non hanno fatto un disco brutto i Kings, un padre predicatore e canzoni, come dicono loro, tra Jack Daniel’s e Spirito Santo. Io preferisco questo perché è il più divertente e al tempo stesso epico. Come se gli U2 fossero una band del Sud degli States.
27. Decemberists, Picaresque, 2005
Sono dei poeti, sono dei sognatori, sono americani, ma sembrano gli eredi della grande stagione folk inglese di fine anni 60. Dream folk pop.
28. Barzin, Notes to an Absent Lover, 2009
Iraniano di origine, canadese di adozione. Tra Cohen e Dylan, compone il Blood on the Tracks del Terzo Millennio. Sanguinante.
29. The Fireman, Electric Arguments, 2008
Paul McCartney torna a divertirsi e a divertire come ai tempi dei Beatles più sperimentali. E ci mette anche delle gran belle canzoni. Psichedelico senza droga.
30. Bob Dylan, Christmas in the Heart, 2009
I dischi natalizi sono sempre orribili, a parte quelli di mezzo secolo fa. Il grande vecchio spazza via in un colpo tutta la patina mielosa e restituisce dignità a un genere, spostando le lancette indietro di cinquant’anni. Gioioso e religioso.
31. Solomon Burke, Don’t Give Up On Me, 2002
Il grande – in tutti sensi – soul man ritrova, grazie a Joe Henry che lo produce – il suo posto, perduto sin dalla fine degli anni 60. Canzoni di Tom Waits, Bob Dylan per una voce che ancora fa vibrare ogni corda dell’anima. Maestoso.
32. Mark Knopfler, The Ragpicker’s Dream, 2002
Da solista, Knopfler – a parte il primo disco del suo ex gruppo – fa le cose migliori. Il rock è un ricordo lontano che accende il desiderio di andare alle radici, sue e della musica. Back to Nothumbleland.
33. The Felice Brothers, The Felice Brothers, 2008
Lo spirito di The Band si reincarna in tre fratelli originari dell’isola di Malta,ma che vivono sulle Catskills Mountains. Come The Band, sanno evocare lo spirito dei Padri Pellegrini, della Repubblica Invisibile e sanno anche fare casino. Alcolici.
34. Natalie Merchant, Motherland, 2001
La bellissima voce dei 10,000 Maniacs è oggi una signora riflessiva, che guarda alla storia del suo paese e della sua gente, a cui dedica un disco commovente. La produzione di T-Bone Burnett fa la differenza.
35. Joe Henry, Civilians, 2007
Tutti ormai lo conoscono come produttore (uno dei migliori del Terzo Millennio) ma lui porta avanti senza clamori anche una carriera solista assolutamente brillante. Quando il jazz e lo sperimentalismo affrontano la canzone d’autore. Coraggioso
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