Chi mi conosce sa che diffido degli italiani (in tutti i sensi). Quando si tratta di musica rock, poi, mi dico sempre: che senso ha, se posso ascoltare gli originali? Specie quando gli italians cantano in inglese....
Per questi ragazzi che seguono si fa una eccezione. E capirete perché.
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I veneziani
The Beards nascono come tribute band di The Band. Il fatto che incidano per una etichetta americana dice bene che il loro inglese è credibile, e la loro musica una inquietante miscela tra rimandi a Nick Cave, blues e rock. Il nuovo cd,
Diggin' Fingers, è una bella raccolta di cover, da The Band appunto (Whispering Pines, This Wheel's on Fire) a Johnny Cash (Cry Cry Cry, Folsom Prison Blues, Ring of Fire), Dylan (Million Dollar Bash) a insospettabli come Chris Cornell (Rusty Cage). Confezione del cd al sempre intrigante, elegante e con tanto di storia a fumetti inclusa.
Lorenzo Bertocchini è una leggenda del varesotto e non solo, visto che si esibisce spesso negli States. Madrelingua, il suo inglese è assolutamente valido. Il nuovo cd,
Hearts of Stone, è una raccolta di canzoni del suo eroe Bruce Springsteen, ma attenzione, lui le canta con attitudine intimista, folkie, la voce sussurata e niente esibizione di muscoli. Operazione riuscita (avreste mai immaginato una Incident on 57th Street col banjo? Ci sta ci sta...), piena di sentimento e anche un duetto con il suo padrino musicale, Elliott Murphy (The Angel).
I
Mandolin' Brothers non li scopro certo io, visto che sono sulle scene da un bel trentennio.
30 Lives è un live che festeggia appunto il bell'anniversario: vibrazioni country-rock con la California dei 70s nei cuori per un disco registrato in modo eccellente. Quasi tutti brani originali più cover di lusso, come Almost Cut My Hair.
Infine gli
Shangai Noodle Factory, nuovo progetto dell'ex Voodoo Lake (eccellente band torinese di southern rock)
Max Arrigo. Il cuore, in questo bel
Second Nature, batte ancora tra Allman Brothers Band e il buon southern rock dei 70s. La sua chitarra slide gronda umori sudisti e svisa in lungo e largo senza sensazionalismi, ma con il cuore, come ben pochi in Italia sanno fare. Anche una acustica Come On in my Kitchen di Robert Johnson (tra gli ospiti presenti, anche il grande Jono Manson).
Perché tutti questi eccellenti musicisti di casa nostra io non li abbia mai potuti godere dal vivo nella mia Milano, la dice lunga della minchiaggine di chi governa i club meneghini, troppo attenti al nuovo eroe indie alternative del momento e all'happy hour degli sfigati. Voi date loro una chance: meritano.
8 comments:
e ci sono i miami and the groovers (r&r)
e c'è max de bernardi con o senza veronica sbergia (roots blues& dixie)
e c'è francesco piu (blues)
e ci sono gli arturo fiesta circo (chansonniers con derive a sud)
e c'è dino fumaretto (nonsense pianistico)
e c'è max larocca, e c'è daniele tenca (rock d'autore)
e c'è flavio pirini (teatro canzone)...
e ci sono gli orchestra del rumore ordinato (inclassificabili)
ce n'è, ce n'è...
ciao
( i mandolin brothers sono appena stati al pluricitato all'unaetrentacinquecirca...)
volevo solo presentare qualche disco nuovo uscito in qs giorni non fare la classifica dei migliori........................
Ottimi titoli, per chiudere l'anno in bellezza.
Auguri Maestro :-)
Luca da SS
La lingua, alla fine, è un mezzo di comunicazione. La musica, alla fine, è un mezzo di comunicazione. La letteratura, i testi e quanto altro, rime baciate o alla cazzo, sono e rimangono mezzi di comunicazione. Il punto, caro Paolo, non è il metodo che usi quando comunichi, ma quello che hai da dire. Non a caso tutti gli artisti citati sono interessanti più come interpreti che come autori. Insomma, ma questi artisti al di là del fatto che cantano in inglese, ce l'hanno qualcosa da dirti? Se si, cosa? Quello che si è perso nella musica non è il linguaggio musicale, quanto piuttosto il contenuto.
un po' come tutto il resto. non solo la musica
ce n'e' ce n'e' e oltre agli american oriented che citi ci sono milioni di gruppi che meriterebbero molto di piu' in italia come ti eri reso conto al MIAMI il giugno scorso.Yuppie Flu , Julie's Haircut e Jennifer Gentle non sfigurerebbero in qualsiasi rooster di etichette un pizzico coraggiose... ma tant'e'...
tra i gruppi che ti piacerebbero ti segnalo i Midwest.
veramente al MIAMI più delle band mi avevano colpito le ragazze (del pubblico)
indie-girls :-D
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