Il post di qualche giorno fa su Staggerlee mi induce a riflettere sul mio conflittuale rapporto con la musica afroamericana. Per motivi culturali, noi italiani non siamo indotti ad appassioanrci alla black music, eccetto per le sue forme più conosciute e facilmente assimilabili (ad esempio l'R&B che tracima nel rock'n'roll dei Blues Brothers, qui citati anch'essi pochi giorni fa). Siamo - o sono - più facilmente attratti dalle forme bianche di musica, quell'hillbilly music che poi è diventata folk e poi country e poi pop. Si tratta di orecchiabilità, in fondo.
Anche il blues, il padre di tutta la musica moderna, è per me di difficile ascolto, specialmente quello acustico ante-guerra. Mi trovo meglio con l'electric blues di Chicago, per intenderci quello di Muddy Waters.
Eppure, per una black music oggi mortificata da tonnellate di zucchero e finte vibrazioni erotiche come quelle di una Whitney Houston, o per tonnellate di hip-hop sommerso da campionamenti elettronici, questa musica ha visto sfilare protagonisti formidabili.
Come i Temptations, uno dei tanti gruppi vocali degli anni 60, passati da formule apaprentemente semplici come questo loro primo grande successo, My Girl, un brano che racconta tutta l'innocenza e la bellezza di quel periodo storico,
al funk acido, cattivo, maledetto di Papa Was A Rolling Stone nel giro di pochi anni:
Che è quest'ultima, la storia di uno Staggerlee, trovato morto e pianto dai figli e dalla moglie. Se non avete questo brano tra i vostri cd, procuratevelo: sparatelo a tutto volume, e ne sarete terrorizzati.
I Temptations hanno vissuto la vita di Staggerlee: giovani, belli, eleganti (i loro passi di danza sono più eccitant di un assolo di chitarra), pieni di successo, sono morti tutti nelle circostanze più disgraziate: suicidio, droga, malattia. Ma hanno lasciato pagine tra le più belle della musica tutta, bianca o nera, di sempre.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
Sangue nei solchi del cuore
“Bob Dylan è in città, c’è bisogno di catturare qualcosa di magico”. La “città” è ovviamente New York, al telefono John Hammond, il più gran...
I più letti
-
E ci sono state le lacrime e c’è stata una stella cadente che ha attraversato il cielo aprendosi in due. E ci sono state preghiere e c’è sta...
-
"Edward Hopper, pittore statunitense famoso soprattutto per i ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea". Oibò,...
-
L'altra sera sono andato a vedere il concerto di Bruce Springsteen And The E Street Band. Ogni volta che viene in Italia non me lo perd...
-
Nick Hornby, in tutte le top five del suo (peraltro bello) Alta fedeltà, naturalmente non ha incluso la top five delle migliori fuck you son...
-
E' una giornata di sole oggi a Los Angeles. D'altro canto a Los Angeles c'è sempre il sole. L'anziano signore, sempre elegan...
-
This blog for hire , come diceva il musicista rock più amato in questo blog... Così oggi lascio spazio all'amico Giorgio Natale , con cu...
-
Paolo Vites, giornalista musicale da circa 25 anni, ne ha visti di concerti. Dai primi, a fine anni 70, quando la musica dal vivo tornò a es...
-
“Ogni sera c’è del rossetto sulla sua camicia, ogni mattina lei lo lava via. Aveva sentito dire che in ogni vita una parte della vita stessa...
-
Quello che è successo a Parigi la sera del 13 novembre, a molti di noi appassionati di musica rock ci ha segnato per sempre. Non perché un r...
-
Una sera del 1978 il giornalista e scrittore Paul Williams, quello che inventò il giornalismo rock, si trovava a un concerto di Neil Young a...
1 comment:
Dal mio piccolo punto di vista, ho notato un gran proliferare di localini di provincia che fanno piccoli concerti bluez, jazz, soul...qualche anno fa non era così, dovevi macinare chilometri per ascoltare qualcosa "live". Così come ho visto un nuovo -seppure commerciale e spinto dall'alto- nuovo interesse per queste pseudo nuove dive nel nu-soul, Winehouse per esempio o anche Duffy, il cui singolo ricorda molto le sonorità northern soul (e tutti a gridare il miracolo, come se avessero scoperto l'acqua calda).
Come anche dici tu non è da trascurare neanche l'enorme parte "nera" della musica che ascoltiamo da 50 anni a questa parte: senza il blues come sarebbe potuto nascere il rock'n'roll e tutto quello che è venuto dopo ? (e quindi il "rock" come genere omnicomprensivo? E non c'è assolo rock che non faccia uso di tecniche blues, scale pentatoniche etc etc)
Le stesse influenze secondo me le troviamo in parte anche nella musica "pop", seppur in maniera minore.
p.s: è stupenda anche la versione di Otis Redding di My Girl, da "solo" (e senza neanche cambiare troppo l'arrangiamento c'è da dire) ha tenuto ben alto il valore del brano
Post a Comment