Presentato come "l'incredibile Roger McGuinn", qualche sera fa, nella città dove risiede da anni, Orlando, Florida, l'ex leader e fondatore dei Byrds - "negli anni 60 l'unico gruppo americano di cui essere orgogliosi" come diceva Tom Petty - è salito sul palco della E Street Band. Nel corso del tour americano 2008, in quasi ogni città dove si trova a suonare, Springsteen ha preso la bella abitudine di invitare qualche gloria locale. Sono particolarmente contento, ad esempio, del duetto a Houston con il formidabile Alejandro Escovedo, uno che non ha mai raccolto abbastanza rispetto ai bellissimi dischi incisi.
Roger McGuinn, ovviamente, è più di una gloria locale, è una gloria mondiale. "Quando avevo 15 anni" dirà Bruce ad Orlando "comprai il primo disco dei Byrds e lo ascoltai circa 200 volte consecutive nei giorni seguenti". Feci così anch'io quando avevo 14 anni e comprai (solo perché vidi che c'erano diverse canzoni a firma Bob Dylan, non sapevo manco chi fossero) quel disco. Non me ne sono mai stancato e a quello ho aggiunto via via tutti i dischi dei Byrds (e quelli di Roger McGuinn, peraltro, e quelli meravigliosi di Gene Clark, e quelli di David Crosby e anche un paio di Chris Hillman). Sono stati certamente il più grande gruppo americano di tutti i tempi, e non solo nella fase iniziale, ma anche quando, andati via uno dopo l'altro, rimase solo McGuinn con musicisti occasionali, che poi rispondevano sempre a nomi di grandissima classe, ad esempio Gram Parsons.
Hanno attraversato tutto quello che c'era da attraversare, dalla psichedelia affrontata ben prima dei Beatles, all'invenzione del country-rock, il tutto con quel magico suono jingle jangle che ancora oggi si sente in giro, ad esempio nell'ultimo dei REM.
Eccoli, in tutta la loro gloria giovanile, a dar vita a una avventura senza paragoni, a bordo di una magica nave roteante.
byrds
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1 comment:
i Byrds, aria pura nello smog di tanta musicaccia... il suono delle loro chitarre è ossigeno, per i polmoni del rock
Luca Skywalker
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